Ucraina, la Russia spegne internet: così i nuovi social fabbricano le verità anti-Facebook

Ucraina, la Russia spegne internet: così i nuovi social fabbricano le verità anti-Facebook
Il Cremlino ha bloccato da una settimana i social network occidentali. Facebook, Whatsapp, Instagram e Twitter non sono più accessibili, mentre Youtube e TikTok hanno...

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Il Cremlino ha bloccato da una settimana i social network occidentali. Facebook, Whatsapp, Instagram e Twitter non sono più accessibili, mentre Youtube e TikTok hanno aggiunto molte limitazioni e restrizioni. Un modo per tenere alla larga i propri cittadini dall'informazione statunitense, in particolare, ma anche la volontà da parte di Putin di controllare internet e i social media, depistando così il traffico e le discussioni online su piattaforme autarchiche. Tuttavia milioni di giovani si sono spostati su reti alternative, come Telegram (creato dal russo Pavel Durov) mentre per Rossgram, l'alternativa russa di Instagram, bisognerà aspettare lunedì prossimo. Caso a parte per Vkontakte, considerato il Facebook russo, che da anni è il sito più popolare. L'attuale vulnerabilità tecnologica di chi è affamato di social diventa una risorsa per chi vuole oltrepassare la cortina di ferro lanciando un messaggio: lo hanno fatto gli attivisti di Anonymous che ieri hanno violato proprio il social network russo inviando agli utenti messaggi automatici contenenti informazioni su ciò che sta accadendo in Ucraina, compreso il numero di morti tra civili e militari, sia dell'esercito di Kiev che di quello di Mosca. Il processo di staccarsi dall'Occidente tramite il web è in atto da tempo a Mosca: ha una sua rete intranet RuNet con cui potrebbe rendersi autosufficiente dall'Internet globale e ha creato il suo motore di ricerca Yandex su cui fa filtrare le informazioni e la pubblicità (che ora però rischia il default per le sanzioni). 

«L'esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e infrastrutture civili. Decine di migliaia di persone sono rimaste ferite e più di 5mila, di cui 100 bambini, sono morte». Inizia così il messaggio degli attivisti di Anonymous pubblicato sul loro account Twitter inviato ai quasi 409 milioni di utenti di Vkontakte. «Nessuno dei compiti stabiliti dall'esercito russo è stato adempiuto: centinaia di unità di equipaggiamento sono state distrutte, decine di migliaia di soldati sono stati feriti, 560 sono stati fatti prigionieri e più di 11mila sono morti in Ucraina». Proprio Anonymous aveva lanciato, giorni fa, il sito web 1920.in per consentire a chiunque di mandare sms a numeri di telefono russi con testi personalizzati e precompilati, come: «Cari russi, i vostri media sono stati censurati. Il Cremlino sta mentendo», con l'obiettivo di superare la censura messa in atto da Mosca nei confronti dell'informazione internazionale sulla guerra. 

Vkontakte è il social più usato in Russia ed è molto simile a quello di Zuckerberg ma ormai sotto il controllo di aziende filo governative. Fu fondato nel 2006 da Pavel Durov, che nel 2014 fu costretto a venderlo a uomini vicino a Putin per essersi opposto alla diffusione di dati personali dei manifestanti antirussi che a Kiev diedero vita alle proteste Euromaidan. Due anni dopo fondò Telegram dove ha continuato ad adottare lo stesso approccio libertario: nessuna policy di comunità, massima privacy e cifratura dei messaggi nei canali che possono ospitare fino a 200mila persone. Telegram attualmente è tra le messaggistiche più usate. Altro social in vetta è Odnoklassniki di proprietà di Vkontakte, cui assomiglia molto ma è mirato ai Paesi della Csi, la Comunità degli Stati Indipendenti. E infine Moi Myr, social per giovanissimi che fa sempre parte di Vkontakte, per appassionati di videogiochi, l'unico a cui ci si può iscrivere solo se si possiede un indirizzo email russo cioè che termina con .ru.

Il blocco di Mosca ai social network tuttavia è facilmente aggirabile tramite l'uso della Vpn, acronimo che sta per Virtual Private Network, la rete privata virtuale che consente di aggirare la censura. Basta scaricare l'app Vpn per poter schermare il proprio indirizzo IP (ossia indirizzi che fanno riferimento al proprio Paese) così chi vive in Russia può connettersi ai social, ma anche a qualsiasi sito internet, senza essere individuato come russo. Secondo dati forniti dalla società di analisi SensorTower, il 24 febbraio, giorno dell'invasione dell'Ucraina, e l'8 marzo sono stati ben 6 milioni i download di queste app, un aumento del 1.500% rispetto alla finestra di 13 giorni precedente l'attacco. Twitter, invece, ha lanciato un versione della piattaforma su Tor, programma molto usato dai cittadini russi, che può aiutare a eludere blocchi e censure del Cremlino. 

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Il Mattino