«Portare internet in tutto il mondo e far capire quanto la rete può aiutare a migliorare la vita». L’idea alla base del progetto Internet.org è diventato un mantra per Mark...
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Ieri nel corso del suo attesissimo one man show al Mobile World Congress di Barcellona ha insistito sulla necessità di cooperare per offrire connessioni al web gratuite o a costi ridotti agli abitanti del pianeta che ne sono ancora esclusi.
La grande ambizione, che per il fondatore di Facebook si è trasformata da convinzione in ossessione, richiede investimenti ingenti pure per il padre dell'era social, costretto a lanciare l'assist a un rivale scomodo ma stavolta determinante: «Sarei pronto a collaborare con Google per riuscire in questa impresa». Uno scenario già visto, in parte, con il varo di Google Search in Zambia (che con Colombia, India, Ghana, Indonesia, Tanzania, Kenia sono i paesi in cui Internet.org è disponibile) e che probabilmente rivedremo a breve e, forse, in misura maggiore con il coinvolgimento di più servizi.
Gli sforzi maggiori per connettere il mondo ricadono però sugli operatori, che mentre «spendono decine di miliardi di dollari all'anno per le infrastrutture» vedono erodere gran parte dei guadagni dall'espansione di WhatsApp, Facebook Messenger e applicazioni simili, tutte gratuite. Una visione contestata dal trentenne più influente del globo, che evidenzia come proprio grazie alle quotidiana e immancabile voglia di navigare sul suo social che il traffico dati sui dispositivi mobili è esploso rimpiazzando di fatto (ma in misura minore) i ricavi ottenuti dagli operatori in passato da voce e sms. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino