Lo avevamo lasciato sull'altare, con il nascondiglio del suo antagonista appena individuato e la concreta speranza di salvare il bambino rapito, Giuseppe Di Matteo. Francesco...
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“Il cacciatore”, al via la seconda stagione della serie tv con Francesco Montanari
Quello interpretato dall'attore di Romanzo criminale è un "eroe" complesso, che gli è valso anche un premio alla prima edizione di Canneséries: «Un personaggio molto narcisista che farà terra bruciata per catturare la sua preda (il boss Giovanni Brusca, interpretato da Edoardo Pesce) inimicandosi anche gli amici e i colleghi che gli stanno intorno - spiega Montanari - La forza reale di questa serie tv è che non ci sono stereotipi: il buono non lo è a 360 gradi, il magistrato ha le proprie ombre e il mafioso le proprie luci: nessun perbenismo ma tanta realtà».
Il suo è un Pm non poi così diverso dal Libanese che gli ha dato la fama ma di cui ha dovuto pagare anche lo scotto, ammette. «Entrambi sono accomunati da un bisogno personale di autoaffermazione», sottolinea. Anche se a farsi bollare come "Libano", Montanari non ci sta: «Io credo che il problema dell'etichetta sia più per chi la crea che per chi viene echitettato. Quello di Romanzo Criminale è un personaggio ingombrante al quale comunque sono molto grato: sono riuscito a distanziarmi da lui anche grazie al teatro, con la gente che veniva a vedere il Libanese e scopriva un bello spettacolo».
E sul fronte teatro Montanari è in scena con "Il giocattolaio", che sta portando in tournée insieme alla moglie Andrea Delogu: «Ci siamo scelti perché non c'è una competizione nella coppia, siamo sempre il sostegno l'uno dell'altra. I suoi successi sono le mie prime gioie e se c'è qualche invidia è un sentimento costruttivo che ti stimola a migliorarti».
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Il Mattino