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Non sarà stata tanto partecipata l’ assemblea dei dipendenti comunali ieri pomeriggio alla Sala dei Notari, ma il mandato dato alla Rsu è chiaro: far cambiare l’ipotesi di contratto integrativo messo sul tavolo dalla delegazione trattante su mandato della giunta Romizi.
Il nodo è quello degli scatti di carriera. Promozioni, per farla facile. Ma non solo. Se da una parte le progressioni verticali sono un passaggio che a sindacati e assemblea va bene, sono le progressioni orizzontali, cioè gli avanzamenti all’interno della stessa fascia, che sono rimaste sullo stomaco. La giunta Romizi(assessore al Personale Luca Merli) ne mette sul piatto 126 per ogni anno del triennio di vigenza del contratto integrativo aziendale. Sono 150 mila euro, i sindacati(e ora l’ assemblea) ne chiedono, di fatto 300. Il nodo è che la barriera è stata ribadita in un incontro informale con la parte politica a inizio mese e da lì non si più schiodato nulla. Ecco perché ieri la Rsu ha chiamato a raccolta i dipendenti nell’ assemblea del pomeriggio alla Sala dei Notari.
La controproposta è chiara: punta sulle progressioni orizzontali per far recuperare potere d’acquisto agli stipendi dei dipendenti e fare in modo che i fondi necessari si trovino non andando oltre negli investimenti per le specifiche responsabilità che assegnano i dirigenti tenendo a livello stabile il premio di produttività per il triennio 2023-2025 (cioè seicentomila euro). Il nodo delle specifiche responsabilità e stato affrontato dai dipendenti intervenuti anche con toni tosti e applausi per i sindacalisti. Cioè il fatto, per esempio, che i fondi assegnati ai singoli dirigenti vengono spesi solo con la logica che i soldi ci sono e vanno assegnati per arrivare a un utilizzo totale. Scelta che è stata contestata in maniera netta, tra una tabella e l’altra sull’integrativo nuovo confrontato con il vecchio. Durante l’ assemblea interventi anche dei sindacati territoriali: Paola Mancini della Cgil, Massimiliano Speranzini della Cisl e Giulia Mariani della Uil.
Non ci saranno stati tanti dipendenti, ma il finale dell’ assemblea oltre a fare i conti in tasca alle scelte della giunta ha anche detto che se, dall’altra parte, non ci sarà un’apertura di credito al dialogo, si arriverà nella prossime settimane allo stato di agitazione.
Il Mattino