OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Città del Vaticano – Se in passato sulle questioni dei migranti o delle coppie gay erano affiorate visioni differenti, ora il rischio di una drammatica escalation della guerra in Ucraina ed il comune bisogno di individuare una strada diplomatica, hanno portato il Papa a programmare una udienza con il primo ministro ungherese, Viktor Orban, nella sua prima visita ufficiale all'estero, dalle elezioni del 3 aprile. L'appuntamento di domani in Vaticano con il premier europeo più vicino a Putin è assai significativo, e fa capire bene il ruolo del pontefice. In questo frangente sta facendo tutto quello che è nelle sue disponibilità per individuare una via percorribile in grado di garantire protezione ai civili ucraini sotto le bombe russe e per arrivare ad un cessate il fuoco con la sperata ripresa dei negoziati.
Orban in queste settimane si è opposto con forza alle sanzioni europee contro gli idrocarburi russi, così come si è opposto al transito delle armi destinate alla resistenza ucraina.
Ucraina, Biden annuncia nuovo pacchetto di armi a Kiev da 800 milioni
Germania vieta l'uso della lettera Z: «È un crimine». Si rischiano fino a 3 anni di carcere
Orban, tuttavia, dall'inizio del conflitto ha accolto sul suo territorio i profughi in fuga e forse sarà su questo tema che con il pontefice verrà avviato il dialogo e lo scambio di informazioni. La visita (richiesta da Orban) è stata confermata da Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese. Agli inizi di aprile Orban aveva parlato personalmente con Vladimir Putin chiedendogli il cessate il fuoco immediato in Ucraina. La risposta del presidente russo era stata "positiva". Orban aveva specificato che Putin però chiedeva precise condizioni, per esempio l'accettazione della neutralità, rifiutata a più riprese dall'Ucraina.
Il Mattino