Di Maschera in Maschera al Museo Campano

Dalla riproduzione di un teatrino fliacico allo spettacolo Oscae Personae, il Museo Campano ospita la rassegna Di Maschera in Maschera. Il centro studi sulla tradizione della...

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Dalla riproduzione di un teatrino fliacico allo spettacolo Oscae Personae, il Museo Campano ospita la rassegna Di Maschera in Maschera. Il centro studi sulla tradizione della maschera teatrale in Campania nasce da un'idea di Maurizio Azzurro regista della rappresentazione dedicata alla Fabula Atellana, in scena con Antonio Elia, Marcello Manzella, Giulia Navarra e le musiche dal vivo di Giovanni D’Ancicco. Il territorio della provincia di Caserta è fortemente legato alla genesi e all'utilizzo della maschera teatrale, e ambisce a diventare un vero e proprio polo di ricerca e studio nel meridione. Nella sala di esposizione capuana sono custodite una serie di statuette e rilievi fittili risalenti al IV al V sec a.C. che vengono ricondotte ai quattro tipi fissi della Fabula Atellana: Maccus, Pappus , Bucco e Dossennus. 

In occasione dell'evento in collaborazione con il Teatro Ricciardi e Capua il Luogo della lingua, viene ricostruito una versione del primo teatro italico, su modello di alcune pitture vascolari arcaiche realizzate dallo scenografo Francesco Felaco, e di una serie di maschere di Riccardo Ruggiano che spaziano da quelle della Commedia Attica Nuova, con i tipi fissi che verranno poi mutuati dal Teatro di Plauto e Terenzio, alla serie di maschere ispirate alla Fabula Atellana, realizzate in esclusiva per la Compagnia La Mansarda teatro dell’Orco, dal compianto maestro Giancarlo Santelli. «L’allestimento vuol essere una vera e propria operazione di ri - teatralizzazione di questa antica forma di teatro in maschera», dichiara Roberta Sandias, autrice dello spettacolo andato in scena. «Tutto il lavoro di ricerca ed indagine, sia letterario che iconografico, svolto dal 2004 ad oggi, viene distillato e trasformato, mantenendo tuttavia intatta la sua essenza - continua la drammaturga - testimonianza dalla presenza delle maschere come elemento scenografico». La commedia farsesca viene riproposta in una forma nuova, per non tradire il punto di origine, e allo stesso tempo tradurre in chiave contemporanea e idonea alla fruizione del pubblico dei giorni nostri, conservando la natura primigenia del teatro popolare.

Servizio di Dalia Coronato

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Il Mattino