«Gli angeli del Monaldi», il sit-in contro paure e ritardi | Video

di Ilenia de Rosa Dafne, Umberto, Giuseppe. Eccoli, i volti e il motore del comitato genitori dei bambini trapiantati in...

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di Ilenia de Rosa

Dafne, Umberto, Giuseppe. Eccoli, i volti e il motore del comitato genitori dei bambini trapiantati in sit-in davanti all'ospedale Monaldi «finché il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, non verrà a darci sicurezze, o il professor Raffaele Calabrò (parlamentare, in passato proprio al Monaldi, ndr) ci verrà a dire perché non risponde ai nostri appelli». 

Portavoce del comitato è Dafne Palmieri, mamma di un bambino che ha avuto un trapianto di cuore, prima della sospensione degli interventi nel centro con i medici che vi hanno lavorato per anni. Umberto Vesce, padre di una ragazza di 16 anni, racconta che si è rivolto all'ospedale di Bergamo per ottenere assistenza: «A malincuore». Imvece Giuseppe Castaldo è il  papà di un bimbp di 7 anni, «ma ho perso l'altro figlio che aveva 3 anni». Incalza Dafne: «Il direttore generale dell'azienda ospedaliera dei Colli Giuseppe Longo ci aveva assicurato procedure e delibere organizzative. Il direttore del Centro Nazionale trapianti (contemporaneamente reggente del DIT Campania) Alessandro Nanni Costa ci ha svelato problemi organizzativi ed etici gravissimi, l'avvocato Antonio Postiglione, direttore generale per la Tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale, aveva assicurato un tavolo tecnico: mai convocato». Secondo quanto sostiene il comitato «il governatore si è dileguato, il senatore Calabrò, esimio cardiologo della struttura che ci ospita, ma soprattutto consigliere tecnico per la sanità all'epoca di questa riorganizzazione della rete trapiantologica in Campania, non risponde ai nostri appelli». A distanza di «due anni dalle nostre richieste resta i, terrore che i figli possano avere bisogno di assistenza in emergenza e non trovare risposte adeguate. Perché non c'è ancora nessuna procedura, non c'è nessun protocollo, non c'è nessun responsabile. Hanno solo distrutto ciò che funzionava. Ora basta».
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Il Mattino