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(LaPresse) «Questo processo è il riassunto della agghiacciante sequenza delle autorità egiziane di minacce, ostruzioni, sabotaggi, omertà nei confronti dei responsabili dell'omicidio di Regeni. Pensare che un italiano possa andare a fare una passeggiata o anche passare da quel paese per uno scalo mi sembra una follia», così lo scrittore Erri De Luca, fuori dall'aula bunker del carcere Rebibbia a Roma, dove è iniziato il processo penale nei confronti dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati dell'omicidio del giornalista Giulio Regeni.
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