La nave romana e il suo tesoro sommerso, area top secret al largo di Montalto

La nave romana e il suo tesoro sommerso, area top secret al largo di Montalto
Se per gli etruschi il fiume Fiora e il mare erano essenziali vie di trasporto delle merci, per i romani erano anch'essi importanti canali commerciali. Lo testimonia un...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Se per gli etruschi il fiume Fiora e il mare erano essenziali vie di trasporto delle merci, per i romani erano anch'essi importanti canali commerciali. Lo testimonia un relitto di una nave romana oneraria di epoca repubblicana che giace sui fondali a poche miglia dalla costa di Montalto. Un’area archeologica considerata top secret, costantemente monitorata per il suo inestimabile tesoro contenuto al suo interno.

Si tratta di numerose anfore che secondo gli archeologi risalgono tra il II e il I secolo a.C., adibite probabilmente al trasporto del vino. Lì sotto, a circa 30 metri di profondità, il fango dei fondali le custodisce da secoli, così come lo scafo della nave affondata chissà per quale ragione. Le coordinate sono strettamente riservate. La Soprintendenza in questi giorni ha fatto una ricognizione con il personale dell’Aliquota Carabinieri subacquei di Roma, la dottoressa Barbara Barbaro, archeologa responsabile delle aree marine del servizio archeologia subacquea e i membri dell’Associazione subacquea Assopaguro di Montalto di Castro che conoscono a fondo questo tratto di mare.

«La zona di Vulci e Cerveteri erano le più importanti in quel periodo - spiega Vittorio Gradoli, presidente dell’Assopaguro - anche perché il vino era molto apprezzato. Il nostro compito oggi è quello di collaborare con le autorità al fine di aiutare le indagini archeologiche». La nave romana al largo di Montalto fu scoperta casualmente dalle forze dell’ordine una trentina di anni fa, perché oggetto delle “attenzioni” illecite da parte di un sub che sottrasse parte del carico di anfore della nave per poterle poi rivendere sul mercato clandestino. Un vero e proprio tombarolo del mare. Successivamente, ad opera dell’Istituto Centrale del Restauro, il prezioso tesoro fu messo in sicurezza con un intervento innovativo posizionando sopra il carico dei pannelli di protezione.

Tuttavia periodicamente è necessario un controllo per garantire l’efficienza del manufatto. «Qui siamo intervenuti noi dell’Assopaguro - aggiunge il presidente Gradoli - perché conosciamo bene il relitto, i fondali e le condizioni meteo marine in modo tale da effettuare le immersioni in completa sicurezza».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino