Deceduto all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona di Salerno. L'ex operaio non faceva parte delle 237 parti offese individuate dall'inchiesta della Procura di Avellino che, l'11 novembre del 2013, aveva chiuso le indagini a carico di 29 persone nei confronti delle quali si ipotizzano accuse che vanno dal disastro doloso e colposo all'omicidio plurimo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso di ufficio. Nei primi giorni di gennaio, a distanza di poco tempo l'uno dall'altro, erano deceduti altri due ex operai avellinesi: Antonio Solomita, 54 anni, e Antonio Graziano, 60 anni, cugino quest'ultimo di Elio Graziano, a cui la Procura aveva riconosciuto lo status di parti offese.
Gli inquirenti avellinesi hanno accertato il nesso di causalità tra l'esposizione all'amianto e la morte, per sette degli operai deceduti, compresi due operai, Fabio Pastore e Pasquale Soricelli, che si tolsero la vita dopo aver appreso di aver contratto la malattia.
Per gli ex operai, costituitisi in associazione, i decessi causati da patologie asbesto correlate sarebbero stati, fino al 2014, non meno di venti.