Valente spiega di aver parlato con il suo referente politico dell'epoca, Cosentino, il quale disse che «andava bene».
«Ma i miei referenti erano anche Mario Landolfi e Montecuollo». Insomma, il bando per la scelta della società privata nel Consorzio nel 2000 fu studiato a tavolino per far vincere i fratelli Michele e Sergio Orsi, legati al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, attraverso una società formalmente delle figlie, che poi divenne il braccio operativo del consorzio.
Valente ha confessato di non essersi reso conto inizialmente che Sergio Orsi aveva dei legami anche con ambienti malavitosi. «Le decisioni del Consorzio venivano prese - spiega Valente - da Giulio Facchi, ma anche da Cosentino». Valente ha poi chiarito che per escludere la Covim, azienda legata al clan La Torre di Mondragone, dalla gara per gestire la raccolta dei rifiuti in Campania, si rivolse a Sergio Orsi anche perchè aveva paura di ritorsioni. Quest'ultimo gli indicò il pm Donato Ceglie della procura di Santa Maria Capua Vetere il quale gli avrebbe fornito accorgimenti per evitare l'intrusione dei La Torre nel consorzio. Avrebbe dovuto inserire una clausola che prevedeva che le ditte che partecipavano non avrebbero dovuto avere contenziosi con enti pubblici, cosa che la Covim aveva. Valente avrebbe poi ascoltato il consiglio. L'ex presidente del consorzio Ce4 ha parlato anche del ruolo svolto in quella fase dall'ex funzionario della Prefettura di Caserta Bruno Orrico, che «consigliò agli Orsi di rivolgersi all'avvocato napoletano Adinolfi per preparare la bozza di delibera relativa al bando di gara». Venne così inserita la clausola sull'imprenditoria giovanile che «risultò decisiva nell'aggiudicazione della gara agli Orsi facendo perdere l'Ecocampania di Nicola Ferraro». L'ex presidente del Ce4 è stato ascoltato per tre ore dal pm Alessandro Milita che terminerà l'esame alla prossima udienza.
«Seppi da Sergio Orsi che erano stati assunti, presso l'Eco4, due nipoti, un uomo e una donna, del cardinale Sepe, non so dire attraverso chi».
Lo ha detto il neo collaboratore di Giustizia, Giuseppe Valente (ex presidente del Consorzio Caserta4), rispondendo lo scorso marzo, nel carcere di Rebibbia di Roma, alle domande del pm della Procura Antimafia di Napoli, Alessandro Milita, nell'ambito dell'inchiesta che, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), vede imputato Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. «Per il trasferimento di uno dei due - prosegue Valente - richiesto per una sua esigenza personale, dall'Eco4 al Caserta4, mi prodigai in tal senso, assumendolo presso Caserta4. Ciò mi fu richiesto o da Cosentino, o da Giuseppe Corbo, con maggiori probabilità da quest'ultimo». Corbo era consigliere di amministrazione del consorzio, nominato - riferisce sempre l'ex presidente della struttura - su indicazione di Cosentino.