Edenlandia, scattano 54 licenziamenti: «Solo promesse, nessun fatto concreto»

Edenlandia, scattano 54 licenziamenti: «Solo promesse, nessun fatto concreto»
di Davide Cerbone
Mercoledì 15 Luglio 2015, 08:47 - Ultimo agg. 09:08
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Nel parco dei divertimenti appassiti, tra nani smarriti e principesse decadute, è il silenzio a dire tutto. Un silenzio senza fine, che racconta più d'ogni altra cosa l'inerzia e l'abbandono, e intanto ammutolisce pure i 54 operai, che occupano il parco dalla fine di aprile, sono da fine maggio senza cassa integrazione e da oggi anche ufficialmente senza lavoro. Un copione già scritto da tempo, che nessuno è riuscito a cambiare. Perché dentro l'Edenlandia annichilita dal sole e dal degrado non si muove una foglia.



E il caldo c'entra poco. Ai lavoratori che si aggirano tra le giostre arrugginite come profughi nel deserto il Comune e la Mostra d'Oltremare (proprietaria dei suoli) avevano promesso soluzioni perentorie. La risoluzione del contratto con New Edenlandia, per esempio. E poi un'assegnazione diretta a nuovi soggetti, con una governance che chiamasse in causa direttamente la Mostra, il Comune e gli stessi lavoratori. Scenari futuribili tutti da inventare. La realtà è molto meno indulgente: oggi, a un mese dall'apertura che doveva essere e non è stata, l'unica, vera notizia è che non ci sono notizie. «Stiamo procedendo sulla strada che porta alla risoluzione. Abbiamo fatto una prima diffida, ora stiamo per partire con l'atto di citazione, ma al momento non ci sono evoluzioni sostanziali - spiega Peppe Oliviero, consigliere delegato della Mostra -. Prima che qualcosa accada, probabilmente passerà molto tempo. Quello che ci preoccupa di più sono i tempi della giustizia civile». Nell'attesa che qualcosa si muova, stamattina in Regione i lavoratori (che intanto hanno scritto al premier Renzi) si ritroveranno sotto il naso le lettere di licenziamento. «Qualche giorno fa i sindacati hanno ricevuto una convocazione in cui la società scaricava le responsabilità sul Comune, parlando della mancanza di licenze e autorizzazioni. Ma in mezzo ci stiamo noi e le nostre famiglie», si sfoga un ex dipendente, riferendo di un battibecco col sindaco ieri in consiglio comunale, dove il consigliere Troncone ha tenuto una dura requisitoria contro New Edenlandia.



«Mostra e Comune hanno alimentato delle attese - spiega Massimo Taglialatela, segretario regionale della Uilcom», ricordando la festa amara per un mezzo secolo celebrato in contumacia, col parco chiuso e i lavoratori a spasso. «De Magistris davanti alla torta disse che si sarebbe fatto carico dei lavoratori, ma a quelle parole non sono seguiti fatti concreti». Sul fronte New Edenlandia, gli snodi principali sono due: la richiesta di finanziamento da 32 milioni al Mise con il contratto di sviluppo e il pagamento della seconda tranche da 250mila euro, che scade in questi giorni. Pietro Siena, socio e eminenza grigia della cordata, non ha dubbi: «Certo che la pagheremo. E abbiamo anche fissato una data per la riapertura: il 20 aprile 2016. Se non ci saranno altri intoppi. Il piano di demolizione della Mostra, infatti, non è ancora esecutivo, in quanto manca il parere della Soprintendenza. E poi, i lavoratori dovranno accettare di fare i corsi di formazione professionale. Non esistono posizioni di rendita». Ma Mariano Montiglione della Filcams accusa: «Se la nuova società non avesse cambiato il codice Ateco dell'azienda per poter chiedere fondi al Mise, avremmo avuto la cassa integrazione straordinaria fino a metà 2016».