I papiri di Ercolano non hanno più segreti: con i raggi x si potrà leggerli senza aprirli

I papiri di Ercolano non hanno più segreti: con i raggi x si potrà leggerli senza aprirli
Martedì 20 Gennaio 2015, 18:30 - Ultimo agg. 19:20
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Sopravvissuti alla disastrosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C., i papiri di Ercolano non hanno più segreti: adesso è possibile srotolarli e leggerli in modo virtuale, grazie a una tecnica ai raggi X applicata per la prima volta a questo tipo di documenti.

Descritto su Nature Communications, il risultato si deve al gruppo coordinato dal fisico Vito Mocella dell'Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (Imm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Napoli. Il gruppo comprende anche ricercatori del Centro nazionale delle ricerche scientifiche francese (Cnrs), dell'università tedesca Ludwig Maximilian e della struttura europea per la luce di sincrotrone, Esrf (European Synchrotron Radiation Facility), di Grenoble.

I rotoli fanno parte dell'unica biblioteca sopravvissuta dal mondo classico, scoperta nella cosiddetta Villa dei Papiri di Ercolano, e il metodo, sottolinea Mocella, potrebbe essere utilizzato per leggere i circa 450 papiri della stessa collezione non ancora aperti e conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli senza metterne a rischio l'integrità.

Scoperta 260 anni fa, la "Villa dei Papiri" è una grande villa nella antica città romana di Ercolano, appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone, console e suocero di Giulio Cesare, e sede di un'importante scuola epicurea sotto la guida di Filodemo di Gadara. Durante l'eruzione, il gas vulcanico caldo (a 320 gradi) ha carbonizzato i rotoli rendendoli fragili e i tentativi di leggerli fatti finora, con l'apertura meccanica, hanno inevitabilmente rovinato o distrutto i papiri.

A rendere ancor più complicato tale obiettivo, spiega Mocella, è l'inchiostro utilizzato, costituito prevalentemente da nerofumo la cui densità è praticamente identica a quella del foglio di papiro carbonizzato dall'eruzione, rendendo impossibile l'utilizzo di tecniche a raggi-X classiche.

Il problema è stato superato grazie a una tecnica non invasiva, la tomografia a raggi X a contrasto di fase, utilizzata presso l'Esrf. Il metodo è estremamente efficace per distinguere tra materiali che hanno limitato contrasto tra loro, come i papiri carbonizzati e l'inchiostro nero.

«Essendo napoletano - rileva - conosco la problematica dei papiri: ogni tentativo fatto finora di leggerli ne ha comportato il deterioramento e la distruzione». I test sono stati condotti nel dicembre 2013 ed è ancora fortissima l'emozione di aver scoperto la prima lettera senza dover srotolare e distruggere il papiro. «L'abbiamo vista subito, al termine del primo esperimento: è stata una grande emozione - racconta entusiasta - vederla emergere dalla fibra naturale del papiro e poter leggere queste preziose testimonianze del passato».

Gli esperimenti sono stati condotti su due papiri (uno integro e l'altro costituito solo da frammenti) conservati a Parigi presso l'Institut de France. È stato così possibile individuare la differenza fra "inchiostro" e papiro poiché l'inchiostro non penetra del tutto nelle fibre vegetali del papiro formando un leggero spessore sulla superficie del foglio. I bordi delle lettere, spiega Mocella, deviano la luce e diventano leggibili nelle immagini ottenute. In questo modo sono state individuate alcune parole e tutte le lettere dell'alfabeto greco che hanno consentito di avanzare delle ipotesi sia sul periodo dello scritto (I secolo avanti Cristo) che sull'autore: si tratterebbe di uno scritto dello stesso Filodemo, destinato alla scuola da lui fondata.

La ricerca ha permesso di scoprire anche la "ricetta" precisa dell'inchiostro usato nei papiri: acqua, gomma arabica e nero fumo. Individuare le percentuali esatte, sottolinea Mocella, sarà cruciale per migliorare la tecnica e calibrare l'energia del fascio di luce da usare. A tal fine, annuncia, saranno condotti altri test in primavera e saranno sviluppati nuovi algoritmi per l'analisi dei dati.