Il sangue di San Gennaro si è sciolto alle 10,11. Sepe annuncia la visita del Papa il 21 marzo

Il sangue di San Gennaro si è sciolto alle 10,11. Sepe annuncia la visita del Papa il 21 marzo
di Chiara Graziani e Luigi Roano
Venerdì 19 Settembre 2014, 08:31 - Ultimo agg. 16:11
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Ore 10,11 il miracolo si è compiuto, il sangue del patrono di Napoli si è sciolto nell'ampolla. Un applauso e un mare di fazzoletti sventolati dai fedeli ha accolto la notizia in una cattedrale stracolma.

«San Gennaro è vivo nel suo sangue. E ama Napoli» ha detto il cardinale Crescenzio Sepe nel mostrare l'ampolla col sangue sciolto. Ed ha aggiunto: «Presto sarà dato un annuncio che farà tremare la cattedrale ha detto Sepe» preannunciando, una visita del Papa.

Quando il cardinale ha preso la teca contenente il sangue del santo patrono ha già trovato il sangue (che prima era grumoso) già sciolto in un fluido rosso.

Alla fine della cerimonia, come promesso all'inizio, Sepe ha svelato il mistero.

Il cardinale, infatti, tra l'applauso dei fedeli ha rivelato che il primo giorno della primavera 2015 sarà un evento eccezionale per la città: papa Francesco infatti sarà a Napoli, sabato 21 marzo. Annunciato anche il suo programma: innanizitutto pranzerà con i carcerati di Poggioreale. Poi incontrerà i malati e visiterà una delle periferie della città.

Durante tutta la cerimonia in prima fila, in una cattedrale gremita, c'erano seduti accanto al sindaco De Magistris tra gli altri anche Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio e Aurelio De Laurentis, che è stato molto applaudito dai presenti.

Attraverso il web il cardinale Sepe ha salutato i fedeli più lontani rivolgendo loro alcune parole pronunciate nella loro lingua d'origine e cioè in inglese, tedesco e castigliano.

«A Napoli c'è fame di Dio» ha detto l'arcivescovo Crescenzio Sepe, durante l'omelia. «C'è fame

di pane e di giustizia, speranza e futuro», ha proseguito l'arcivescovo, ricordando che «c'è anche fame di lavoro, legalità e progettualità».

«Di fronte alle tante tragedie dell'umanità, di fronte alle sofferenze di tanti nostri fratelli, di fronte alle vite spezzate di tanti giovani e al drammatico dolore delle loro famiglie misuriamo, anche con maggiore equilibrio, le responsabilità e gli impegni che a noi

vengono richiesti». È l'appello lanciato poi da Sepe.