Film a Napoli. Pozzetto e Vanoni, «alieni» a Montesanto | Video

Film a Napoli. Pozzetto e Vanoni, «alieni» a Montesanto | Video
di Diego Del Pozzo
Mercoledì 10 Settembre 2014, 19:30
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Un prof milanese, che insegna da anni in un liceo di Napoli, va in crisi esistenziale quando la moglie lo lascia e scappa con un altro uomo. In seguito allo shock, il docente inizia ad avere strane visioni riguardanti, in particolare, un’affascinante fotomodella che gli fa perdere la testa. Tanto impegnato a correre dietro alle sue fantasie, però, l’uomo rischia di non accorgersi della bella e gentile vicina di casa, innamorata di lui già da molto tempo. Questa è la trama, finora ancora misteriosa, di «Ma che bella sorpresa», quarta commedia del regista e sceneggiatore milanese Alessandro Genovesi («La peggior settimana della mia vita», «Il peggior Natale della mia vita» e «Soap opera», in uscita a ottobre), prodotta da Colorado Film e distribuita nei cinema da Medusa a partire da febbraio 2015.



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Interpretato da Claudio Bisio (il professore), Frank Matano (un suo esuberante collega), Valentina Lodovini (la vicina di casa), la top model Chiara Baschetti (la visione) e Ornella Vanoni e Renato Pozzetto (i genitori del prof), il film è in corso di lavorazione a Napoli, con riprese iniziate l’1 settembre tra centro antico e lungomare. I ciak all’ombra del Vesuvio andranno avanti fino a domenica 21, per un totale di tre settimane a ritmo serrato, poiché nell’idea di Genovesi gli scenari partenopei scelti dalla produzione assieme ai tecnici della Film Commission Regione Campania daranno a Napoli il ruolo di coprotagonista, con i suoi suoni, odori, sapori e magari un pizzico di folklore e qualche cliché.



Ieri pomeriggio, per esempio, Pozzetto e la Vanoni sono stati protagonisti di una serie di riprese a piazza Montesanto, davanti alla stazione della Cumana e della Circumflegrea, che nella finzione è la stazione centrale partenopea nella quale arrivano in treno dalla Lombardia i due milanesissimi genitori del professore in crisi, per aiutarlo nel momento del bisogno. L’impatto col ventre verace della città, però, non è dei migliori, con inevitabili effetti comici, poiché all’esterno li aspetta, a bordo della sua cadente Fiat 126 bianca, il vulcanico e un po’ tamarro personaggio di Matano e, soprattutto, perché appena scesi dalla scala mobile i due si trovano di fronte a un quadretto napoletano all’ennesima potenza, tra bancarelle di frutta e di pesce, venditori ambulanti urlanti, folla brulicante e persino un uomo che li accoglie brandendo minaccioso un grosso polipo gocciolante.



Genovesi e la sua macchina da presa inquadrano frontalmente l’ingresso della stazione, con la Vanoni e Pozzetto immobili e perfetti nel loro essere alieni rispetto al contesto circostante. Alle loro spalle una decina di comparse con bagagli scendono e salgono lungo le scale che portano ai binari, mentre tutt’intorno centinaia di curiosi s’affollano scattando foto e girando video con gli smartphone, tenuti a bada dagli uomini della produzione, da polizia e vigili urbani e dai tecnici della Cumana e della Circumflegrea, molto bravi nel far proseguire le regolari attività ferroviarie senza intralciare il set. A coordinare il tutto, a pochi passi dal regista, c’è il direttore generale della Film Commission campana, Maurizio Gemma.



Il lavoro prosegue a buon ritmo, tra una battuta di Matano e le indicazioni del regista per Pozzetto e la Vanoni. A metà pomeriggio le riprese vengono fermate per una mezz’ora per permettere agli oltre 200 giovani provenienti dal Rione Traiano con la Cumana e la Circumflegrea di uscire dalla stazione e recarsi alla vicina caserma Pastrengo per l’incontro con i vertici provinciali dei Carabinieri sulla morte di Davide Bifolco. Poi la lavorazione può riprendere fin quasi al tramonto, tra campi, controcampi e qualche totale sulle strade affollate di Montesanto.
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