La rivoluzione della lettura passa anche per il Premio Strega ragazze e ragazzi

La rivoluzione della lettura passa anche per il Premio Strega ragazze e ragazzi
di Donatella Trotta
Sabato 21 Novembre 2015, 10:25 - Ultimo agg. 11 Novembre, 00:21
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Autunno, «piovono libri». Ricordate lo slogan della campagna promossa qualche anno fa dal Centro nazionale per il libro e la lettura (Cepell), istituto autonomo del MiBACT nato nel 2007 con il compito di divulgare in Italia la cultura del libro e della lettura? Beh, sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo. Se non ancora in direzione della piena realizzazione di una civiltà dell’infanzia degna di questo nome e vagheggiata (invano) già dall’impegno militante di Gianni Rodari, quanto meno sul piano di una progettualità strategicamente mirata a dare spazio non solo alla letteratura per ragazzi tout court, ma anche ad un serio lavoro più continuativo, condiviso e «dal basso», di educazione (non, si badi bene, ”promozione“) alla lettura.



Da questo punto di vista, dobbiamo qui registrare almeno due buone notizie, che dal mondo della scuola a quello dei patinati premi letterari sembrano restituire centralità (e visibilità) ai «grandi esclusi» delle politiche di ogni tempo: i lettori in erba, e i libri per loro.



La prima è l’avvio di un corso pilota di formazione ed educazione alla lettura «tra ragioni ed emozioni» per insegnanti ed educatori, promosso dal Cepell - in occasione della seconda edizione di «Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole» - in 17 regioni italiane (in Campania è partito il 13 ottobre tra Napoli e Avellino, coordinato da Gabriela Zucchini e Teresa Porcella, con un significativo overbooking di docenti), sul tema «nei panni degli altri». Tema «trasversale» ai diversi cicli scolastici, da interpretarsi in senso ampio perché «mettersi nei panni dell’altro» è in primo luogo il meccanismo base della creazione e della fruizione letteraria, ma consente poi di indagare anche le differenze culturali, di genere, personali, d’età o altro. Tema, non a caso, declinato in tre tappe sulla lettura e la letteratura per ragazzi, con l’obiettivo di fornire strumenti concreti di lavoro e occasioni corali di riflessione sull’importanza di un’azione continuativa di educazione alla lettura nella scuola, secondo una convinzione di Giuseppe Pontiggia scelto come epigrafe dalle responsabili del progetto: «Quel che conta di un libro è che diventi un’esperienza, e l’esperienza non si misura secondo la quantità ma l’intensità. Per conoscere i libri bisogna amarli».



Già: e qui si salda la seconda buona notizia, ossia il varo ormai ufficiale del Premio Strega per i più piccoli, lanciato all’ultima Fiera internazionale di Bologna del libro per ragazzi e ora divenuto realtà (dopo l’apertura ai giovani, nel 2014), con la selezione delle due cinquine finaliste della prima edizione, che culminerà nella proclamazione dei due vincitori, votati da una giuria allargata a bambini e ragazzi in occasione della prossima Fiera di Bologna, dal 4 al 7 aprile 2015. Ad annunciare le cinquine, il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini lunedì a Roma, presso la sede della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci (partner dell’iniziativa con il Cepell, Sterga Alberti di Benevento e Fiera del libro per ragazzi di Bologna).



Questi i volumi finalisti, scelti tra 55 libri candidati in due categorie di concorso (+6, per lettrici e lettori dai sei ai 10 anni, e +11, per la fascia di età dagli 11 ai 15 anni): per la prima fascia, La mucca volante di Paolo Di Paolo (Bompiani); Il riscatto di Dond di Siobhan Dowd (Uovonero); Cuori di waffel di Maria Parr (Beisler); Le nuove storie del piccolo Nicolas di Goscinny & Sempé (Donzelli) e Salta, Bart! di Susanna Tamaro (Giunti); per la seconda categoria, concorrono Fuori fuoco di Chiara Carminati (Bompiani), Dalla parte sbagliata di Francesco D’Adamo (Giunti), La trottola di Sofia di Vichi De Marchi (Editoriale Scienza), La fine del cerchio di Beatrice Masini (Fanucci) e Zorro nella neve di Paola Zannoner (Il Castoro).



Sono titoli, e autori, scelti da un comitato scientifico di indubbio spessore, garanzia della qualità dell’iniziativa: il linguista Tullio De Mauro (coordinatore, presidente della Fondazione Bellonci), gli studiosi di letteratura per l’infanzia Pino Boero, Emy Beseghi, Ermanno Detti, Carla Ida Salviati, la dirigente scolastica specialista di didattica dell’italiano Silvana Loiero, la storica dell’arte Maria Rosaria Tetamo, il bibliotecario premio Andersen Giuseppe Bartorilla.



Una novità significativa, nel meccanismo del premio Strega ragazzi (da assegnare a opere di narrativa pubblicate in Italia, anche in traduzione, tra il primo aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso, ma anche con lo scopo di andare alle radici della passione per la lettura, per promuoverne il valore formativo e culturale fin dall’infanzia e dall’adolescenza), è l’attenzione riservata non solo agli autori, e ai ragazzi giurati - come da decenni peraltro fanno premi ”storici“ come il premio di letteratura per ragazzi Cento - ma anche ai traduttori, categoria non sempre rispettata nel suo delicato ruolo-ponte tra mondi diversi. Nel caso risulti vincitrice un’opera in traduzione, è previsto infatti un premio di duemila euro per chi l’ha tradotto, in aggiunta ai cinquemila euro per ciascun autore vincitore delle due sezioni.



Può sembrare poco, ma è invece un segnale di mutata sensibilità nei confronti di figure spesso misconosciute o invisibili, nella loro responsabilità di mediazione linguistica e culturale, all’interno della complessa filiera del libro. A maggior ragione quando il pubblico di lettori è in formazione, e deve poter familiarizzare con l’abitudine alla lettura «giocando parole» e attivando «un forte sentire», avrebbe detto il compianto Giuseppe Pontremoli con il suo «Elogio delle azioni spregevoli»: ossia, il «vizio impunito» di leggere che, se nutrito dei giusti semi per una dieta dell’anima, può aiutare a crescere. E a sviluppare un sano senso critico.
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