Usa, Obama rimuove il capo del Pentagono Hagel: in pole position una donna per sostituirlo

Usa, Obama rimuove il capo del Pentagono Hagel: in pole position una donna per sostituirlo
Lunedì 24 Novembre 2014, 15:24 - Ultimo agg. 25 Novembre, 11:36
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Si dimette il ministro della Difesa americano, Chuck Hagel, a conferma delle difficoltà che la squadra di sicurezza dell'amministrazione Obama sta incontrando nel gestire le sfide internazionali, a cominciare da quella dello Stato Islamico.

Lo rivela oggi il New York Times, precisando che il presidente annuncerà oggi con un discorso dal Rose Garden le dimissioni di Hagel. È stato lo stesso Obama a chiedere al 68enne ex senatore repubblicano di dimettersi in un colloquio avvenuto lo scorso venerdì di una serie di incontri avvenuti nelle ultime due settimane, dopo quindi la sconfitta democratica alle elezioni di midterm.



La rimozione di Hagel viene considerata comunque un riconoscimento importante da parte di Obama della necessità di affrontare in modo diverso, e con una personalità diversa, la lotta contro l'Is.



In cima alla lista dei possibili successori Michele Flournoy che diventerebbe prima donna capo Pentagono (AdnKronos) - Nominato da Obama all'inizio del 2013, l'ex senatore repubblicano del Nebraska, veterano del Vietnam pluridecorato che aveva criticato la guerra di George Bush in Iraq, ha gestito il ritiro delle forze di combattimento dall'Afghanistan e la riduzione del bugdet del Pentagono. Ma ora «nei prossimi due anni sarà necessario un altro tipo di focus», sottolineano le fonti del Times specificando che Hagel non è stato licenziato, ma è stato proprio il ministro ad avviare due settimane fa una riflessione con il presidente riguardo al suo futuro. E che i due hanno preso di comune accordo la decisione delle dimissioni.



Una ricostruzione dei fatti che però è in contrasto con quanto detto poche settimane fa da uno dei collaboratori di Hagel che era sicuro che il ministro avrebbe completato il mandato di Obama. Quindi la sua uscita di scena appare come un tentativo della Casa Bianca di rispondere alle critiche piovute su Obama per gli errori fatti sul fronte della sicurezza nazionale, non solo l'Is ma anche la crisi di Ebola.



Secondo quanto anticipato nel discorso di oggi Obama non dovrebbe già annunciare la nomina del nuovo capo del Pentagono, ma già vi sono alcuni possibili candidati. In cima alla lista c'è appunto Michele Flournoy, ex sottosegretario alla Difesa, già funzionaria del Pentagono ai tempi dell'amministrazione Clinton ora a capo del think tank molto vicino ad Obama, Center for a New American Security, che già due anni fa, dopo essere stata nella squadra di Obama per la rielezione, veniva data come possibile prima donna alla guida del Pentagono.



Tra gli altri candidati, Jack Reed, senatore democratico del Rhode Island ed ex ufficiale dell'esercito e Ashton B. Carter, ex vice segretario alla Difesa. Colpisce che tra questi nomi non figura quello di un possibile candidato repubblicano, cosa che farebbe pensare che Obama non intenda nominare un esponente del Gop, come ha fatto già due volte, scegliendo come primo capo del Pentagono Bob Gates Insomma, verrebbe confermata la scelta di Obama di rispondere alla dura sconfitta elettorale stringendosi ancora di più attorno la squadra di fidati consiglieri, un 'cerchio magicò nel quale, secondo quanto era stato rivelato nei mesi scorsi, Hagel aveva avuto difficoltà a penetrare. Tanto che, raccontavano gli informati della Casa Bianca, durante le riunioni della squadra di sicurezza, Hagel rimane spesso in silenzio, preferendo poi esprimere le proprie opinioni quando si trovava solo con il presidente, con il quale aveva sviluppato un'amicizia ai tempi del Senato, quando entrambi erano critici della guerra in Iraq.



Dalla sua Hagel non poteva neanche contare sull'appoggio dei suoi ex membri del partito, che nel febbario del 2013 gli fecero sudare la conferma al Senato, o sul sostegno da parte dei funzionari ed ufficiali del Pentagono dei quali, raccontano ancora i ben informati, non era riuscito a conquistare la fiducia.
Tanto che negli ultimi mesi, sempre più spesso cedeva la scena pubblica al capo degli Stati Maggiori Riuniti, Marin Dempsey.
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