Isis, le minacce sui Balcani prima della visita del Papa: «Arriveremo con gli esplosivi»

Isis, le minacce sui Balcani prima della visita del Papa: «Arriveremo con gli esplosivi»
Sabato 6 Giugno 2015, 18:35 - Ultimo agg. 18:45
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È un vero e proprio spot per attirare aspiranti jihadisti bosniaci, albanesi e kosovari a unirsi allo Stato islamico (Isis) in Siria e Iraq l'ultimo video propagandistico pubblicato dai media dell'Isis nelle ultime ore e intitolato «L'onore è nel jihad». Il filmato, della durata di circa 20 minuti, è costruito alternando interpretazioni della storia dei Balcani dal medioevo agli eventi più recenti con 'testimonianzè di combattenti dell'Isis provenienti da Bosnia, Albania e Kosovo. «Unitevi alle file del califfato? fate uscire le genti dal buio e date loro la luce», ripetono più volte i jihadisti che appaiono di fronte alle telecamere e che parlano nelle rispettive lingue d'origine. «Uccidete i miscredenti ovunque essi siano? mettete l'esplosivo nelle loro auto, avvelenate le loro bevande», afferma Salahuddin (Saladino) al Bosni, un giovane jihadista biondo. Insieme a lui parlano Abu Jihad al Bosni (il bosniaco), Abu Balqis al Albani (l'albanese) e altri. C'è spazio persino per un anziano combattente bosniaco, tale Abu Siddiq con la lunga barba tinta e che si muove in trincea col bastone. I filmati d'archivio mostrano come dalla caduta dell'impero ottomano a oggi i musulmani siano «stati umiliati» dal laicismo, dai nazionalismi, dai crociati, dai comunisti, dai dittatori ortodossi (si citano Milosevic e Mladic).
Nel filmato ricorrono immagini di minareti e di moschee distrutte. I «Balcani» disegnati dall'Isis sono quelli abitati in prevalenza da musulmani: «Albania, Kosovo, Macedonia, Bosnia». La «Jugoslavia è stata un'umiiazione». Ma è solo verso la fine del filmato che lo spot per l'Isis diventa palese: la scena si sposta a Raqqa, città nel nord della Siria dal 2013 controllata dallo Stato islamico, e sulle sponde del lago artificiale creato dalla diga sull'Eufrate, a ovest di Raqqa. Si mostra un jihadista che cammina per le strade di Raqqa tenendo per mano una bimba e in braccio un bimbo più piccolo. La presunta moglie, coperta con una stuoia nera da capo a piedi, lo affianca. «Qui si vive in dignità, in sicurezza, in famiglia? nessuno entra nelle vostre case e coglie le mogli scoperte?» afferma. Altre scene mostrano uomini seduti attorno a un tavolo a bere il tè e la voce fuori campo ripete in maniera ossessiva: «Qui c'è sicurezza e pace». Un padre accompagna il figlio a un parco giochi. Il bimbo indossa una tuta mimetica e un turbante nero, ha in mano una lattina di una bibita e scende sullo scivolo sorridendo. «Ci preparano a essere pecore per il prossimo massacro», avverte uno dei jihadisti parlando in bosniaco e riferendosi ai governanti della Bosnia e degli alleati «crociati». «Unitevi ai ranghi del Califfato!».


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