Addio ad Augusto Martelli, compositore e direttore d'orchestra

Martelli
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di Marco Molendini
Lunedì 3 Novembre 2014, 15:40 - Ultimo agg. 5 Novembre, 22:14
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Se ne va a 74 anni Augusto Martelli, musicista dal talento multiforme, figlio d'arte (il bisnonno recitò con Eleonora Duse, il nonno fu violino di spalla di

Mascagni e suo padre, Giordano Bruno Martelli, un noto jazzista e direttore d’orchestra), compositore, arrangiatore, produttore. Malato da tempo, Martelli se ne va sbucando da un lungo silenzio professionale, ma continuava a scrivere musica da ultimo si era dedicato a quella sacra, dopo aver tanto fatto nella sua lunga carriera, compresa una sfilza notissima di jingle, di sigle che hanno caratterizzato i canali televisivi di Fininvest e poi Mediaset, da Telemike a Bim bum bam, a Ok Il prezzo è giusto, a Casa Vianello, a Risatissima, oltre all'inno ufficiale del Milan. Ma Martelli, genovese di nascita, milanese di adozione, nella sua vita da musicista ha fatto anche altro, oltre ad avere un sicuro background di appassionato ascoltatore di jazz e di musica brasiliana. A suo carico ci sono hit come Djamballà, che era nella colonna sonora del film Il dio serpente con Nadia Cassini come protagonista, e che ebbe successo anche all'estero. Ha collaborato con un bel po' di grandi interpreti della canzone italiana come Jovanotti, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Giorgio Gaber, Johnny Dorelli, Giuni Russo e come con Mina, a cui fu legato subito dopo la separazione della cantante da Corrado Pani. Allora Martelli aveva appena iniziato la carriera come musicista lavorando per la casa discografica Ri-Fi. Tra i cantanti dell'etichetta c'era Mina per la quale poi ha composto e arrangiato diverse canzoni, tra le quali So che non è così, Tu farai, Ero io, eri tu, era ieri, Una mezza dozzina di rose, e altre. Inoltre ha arrangiato e diretto l'orchestra in album come Un anno d'amore/E se domani, Dedicato a mio padre e altri. A spezzare la carriera di Martelli è stata la sentenza, diventata definitiva nel 2007, che lo ha condannato a un anno e sei mesi di reclusione per la detenzione di foto pedopornografiche. Accusa dalla quale Martelli s’era difeso sostenendo di essere incappato nell’inchiesta perché stava indagando su quei traffici, «alla maniera di don Di Noto».

La notizia della sua morte ieri è stata data su Facebook dal figlio Gabriele, con un semplice «Ciao papà».

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