Alina uccisa, la sorella: «Il compagno la trattava malissimo»

Alina uccisa, la sorella: «Il compagno la trattava malissimo»
Alina uccisa, la sorella: «Il compagno la trattava malissimo»
di Giuseppe D'Intino
Martedì 12 Settembre 2023, 07:46 - Ultimo agg. 14:39
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«Ho sentito Alina, per l’ultima volta, nove ore prima che morisse. Mi ha detto che se ne sarebbe andata di casa insieme al suo cane e che voleva una nuova vita, perché Mirko la trattava malissimo». A raccontarlo è Octavia Cozac, la sorella di Alina che vive in Inghilterra. La famiglia della vittima non ha mai creduto fino in fondo alla versione di De Martinis, presunto assassino attualmente in carcere, secondo cui la compagna era morta per un malore improvviso nel loro appartamento a Villa Raspa di Spoltore.

«Lui ci ha detto che Alina aveva avuto un infarto ed era morta tra le sue braccia, ma ci è sembrato strano che già sapesse la causa del decesso – prosegue la sorella –. Mirko voleva denunciare il 118, perché i soccorsi sarebbero arrivati tardi, dopo 40 minuti: diceva che sua sorella era accorsa prima dell’ambulanza. Spero che quest’ultima spieghi tutto al magistrato».

Alina e Mirko erano fidanzati da 16 anni. Solo una volta la quarantenne aveva sfondato il muro di riservatezza e si era confidata con Octavia, un anno prima del delitto, inoltrandole un messaggio in cui Mirko, con toni aggressivi, minacciava di sbattere fuori di casa la sua compagna. «Quando Mirko arrivava, Alina metteva giù il telefono come se avesse paura. Lei si vergognava di parlare dei suoi problemi, ma in quell’occasione mi aveva detto che prima avrebbe ottenuto la patente, così da essere più indipendente, e poi se ne sarebbe andata via», ricorda la sorella. La donna, però, non ha mai lasciato il suo presunto carnefice.

«Mirko sembrava piuttosto freddo e spingeva affinché gli intestassimo la macchina di Alina e, soprattutto, per fare in fretta il funerale – è l’inquietante dettaglio fornito da Octavia, che ha ancora le chat sul suo cellulare –.

Se fossero stati sposati, magari sarebbe riuscito a seppellirla subito». Sono stati necessari otto mesi di indagini e la consulenza di diversi medici legali per sfatare ufficialmente la versione della morte naturale. Dalla perizia sui sistemi informatici, inoltre, è emersa una manipolazione dei dati digitali. De Martinis, ex coordinatore provinciale del movimento dei gilet arancioni, dal carcere continua a dirsi innocente. «La notizia dell’arresto è stata una piccola magra vittoria: nulla mi ridarà mia sorella, ma sapere che lui era in giro proseguendo serenamente la sua vita era troppo doloroso – dice Octavia –. Ringrazio la Procura non solo perché la verità sta venendo a galla, ma anche perché secondo me Mirko poteva rappresentava un pericolo per altre donne». La famiglia Cozac ha lanciato un appello affinché la comunità partecipi a una raccolta fondi, così da sostenere il prezzo economico della tragedia. «Tra le spese legali, le spese mediche e i viaggi in Italia, rischiamo di indebitarci – conclude la sorella di Alina –. Ricordo Alina come una persona solare, buona e fedele. Forse un po’ ingenua, poiché accecata dall’amore».

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