L'Aquila, migranti positivi in una palazzina di Pettino: controlli della Polizia dopo denuncia Lega

L'intervento della Polizia
L'intervento della Polizia
di Stefano Dascoli
Mercoledì 5 Agosto 2020, 22:50 - Ultimo agg. 23:05
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L’AQUILA - Il Centro di accoglienza straordinaria (Cas) per i migranti che sono arrivati sabato scorso all’Aquila è nel cuore del quartiere di Pettino, in una via secondaria appena abbandonata via Amiternum.

Una palazzina bianca, verrebbe da dire anonima, una come tante. Fuori un cancelletto, una recinzione in cemento su cui è cresciuta molta vegetazione, ma anche un varco aperto usato, probabilmente, per l’ingresso dei veicoli: un’auto, un camion, diverse biciclette.

Ci si accorge che la struttura, tenuta debitamente sotto “copertura”, accoglie i migranti, solo perché li si vede affacciarsi alle finestre e parlare da un balcone all’altro. Intorno non c’è nessun controllo, almeno apparentemente. La vita, tutto intorno, scorre come se nulla fosse, come se il coronavirus qui non fosse mai arrivato. E invece i casi, due, ci sono. All’interno e isolati, come assicurano fonti ufficiali.

Il problema, però, emerge quando dalla palazzina escono regolarmente i migranti. Chi con una busta per la spesa, chi per fare altro. Si scopre, così, che i 15 migranti arrivati sabato sono stati posizionati nella stessa palazzina che già ne ospitava altri. Questi ultimi, evidentemente, con tutti i diritti di entrare e uscire.

A un certo punto arriva il capogruppo della Lega, Francesco De Santis. Che si accorge della stessa dinamica e chiede il perché della mancata sorveglianza in un momento in cui, anche altrove in Abruzzo, i controlli sono molto serrati (a Moscufo è stata persino installata una torre faro e ci sono forza dell’ordine h24), in particolare alla luce delle positività al virus riscontrate solo all’arrivo su questo territorio quando, in partenza, i test erano stati annunciati come negativi. Mentre si teme che così possa ripartire un'ondata di coronavirus. Il problema non è ideologico, ci mancherebbe. Il problema è capire se ci sono tutte le condizioni per consentire una vita dignitosa ed evitare il propagarsi del contagio. 

Sul posto, dopo la segnalazione della Lega, si sono portati rapidamente sia la Polizia che la Digos. Che hanno fermato uno dei migranti che era uscito (senza documenti) e fatto una serie di importanti verifiche nella struttura. Con annesse prescrizioni. D’altronde la situazione non è semplice da gestire. I quindici arrivati da sabato hanno l’obbligo della quarantena. Devono rimanere isolati da quelli già presenti nella struttura.

A loro volta vanno isolati i due positivi e i contatti più stretti. Devono essere usati i dispositivi di protezione. E su tutto deve vigilare il responsabile della struttura. Le forze dell’ordine, dal canto loro, controlleranno con passaggi frequenti. Basterà?
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