Lista senza donne, bufera sul sindaco uscente: «Nessuna poteva impegnarsi. Se vinco nomino un'assessora»

Lista senza donne, bufera sul sindaco uscente: «Nessuna poteva impegnarsi. Se vinco nomino un'assessora»
Lista senza donne, bufera sul sindaco uscente: «Nessuna poteva impegnarsi. Se vinco nomino un'assessora»
di Rosalba Emiliozzi
Domenica 30 Agosto 2020, 07:40 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 23:29
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Una lista senza donne. A scorrerla sembra quasi impossibile, tutti uomini, Mattia, Giovanni, Massimo, Romano, Paolo, Roberto e Sandro. I sette acchiappavoti del candidato sindaco uscente Luigi Fasciani, 56 anni, tre volte primo cittadino di Molina Aterno, piccolo comune in provincia dell'Aquila, dal 1999 in poi con una pausa da vice sindaco quando a sindaco venne eletto Roberto Fasciani, stesso cognome ma «nessuna parentela - assicura - siamo però amici fraterni. In paese i Fasciani sono tanti, di diversi ceppi familiari». Ora Luigi Fasciani, di centrodestra ma non iscritto a partiti, corre di nuovo per lo scranno più alto della città lasciando a casa - almeno a leggere la sua lista - le donne.

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«Ma cosa dite? - sbotta al telefono - misogino io che ho lavorato nei servizi sociali con molte donne e in politica le ho sempre valorizzate». E allora perché la sua lista è orfana di presenza femminile? «Intanto la mia lista è regolare tanto che è stata approvata dalla commissione circondariale, nei Comuni sotto i 5.000 abitanti non c'è nessun obbligo e soprattutto nessuna sanzione». Concetto ben spiegato in un comunicato stampa che racconta il caso di Molina Aterna, 378 abitanti nel cuore dell'Abruzzo bello e selvaggio, due liste elettorali e due candidati uomini a sindaco, ma il competitor Paolo Orsini, agente di polizia penitenziaria, ha inserito nella sua formazione "Alternativa" tre donne, Luigi Fasciani, invece, ha scelto di presentarsi al voto con la lista "Progresso e Libertà" composta da sette candidati uomini, tra cui altre due Fasciani, Roberto, ex sindaco, e Sandro.

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Ne è nata una polemica rilanciata da Sabrina Nanni, presidente dell’Associazione Aicebeg e dell’osservatorio della Legalità, ha scritto al prefetto dell'Aquila e vuole portare il caso in Parlamento: «Si tratta di una grave irregolarità», dice Nanni. Luigi Fasciani l'ha già minacciata di querela perché, ribatte, «non ho infranto nessuna legge. E' colpa mia se nessuna donna si è potuta impegnare in queste elezioni? Ho chiesto in giro, ma non ho trovato adesione. E che ci mettevo mia moglie in lista? O mia cugina? Sarebbe stato bello? Per partecipare alle elezioni serve la volontà. Una possibile candidata mi ha detto che quest'anno voleva avere il secondo figlio e che con il lavoro non poteva dedicarsi alla politica». Così il sindaco uscente ha deciso che andrà alle urne con sette uomini accanto, ma che in giunta sarà ristabilita la parità di genere: «Nominerò un assessore esterno donna, se dovessi vincere farò così». Chi è questa donna? «Il nome non lo dico, ma in giunta saremo io, un collega e una assessora». 

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Rappresentanza di genere riequilibrata? «Guardi le quote sono per i panda, gli animali in estinzione, non per le donne, ci vogliono ben altre leggi e altre disposizioni per consentire una effettiva parità di genere». E comunque Luigi Fasciani, amministratore di lungo corso e commissario liquidatore della Comunità montana Sirentina, torna a dire di essere nel giusto: «In politica e con i servizi sociali ho sempre lavorato con donne e mi sono trovato benissimo». Su tutte cita Silvia Di Tommaso, oggi presidente della Pro Loco.

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