Due morti nello schianto, l'investitore: «Volevo schivare un animale selvatico»

Due morti nello schianto, l'investitore: «Volevo schivare un animale selvatico»
di Patrizio Iavarone
Martedì 10 Dicembre 2019, 09:49
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 Avrebbe cercato di evitare un animale selvatico che gli aveva attraversato la strada: questa la versione dei fatti di S.C., il quarantasettenne di Pettorano sul Gizio che si trova attualmente piantonato all’ospedale di Sulmona dalla polizia penitenziaria in stato di arresto, con l’accusa di omicidio stradale. L’uomo, operaio edile, sabato scorso poco dopo le 20 aveva invaso la corsia opposta di marcia lungo la strada statale 17 con la sua jeep Cherokee, travolgendo la Fiat Punto sulla quale viaggiavano Francesco a Antonio Sciullo, padre e figlio di ottantotto e cinquantanove anni di origine di Pescocostanzo, ma residenti a Sulmona, rimasti uccisi sul colpo a seguito del tremendo impatto. La polizia stradale di Castel di Sangro che conduce le indagini, aveva poi trovato nel sangue di S.C. un tasso alcolemico di 2,8 a fronte dello 0,5 tollerato per chi si mette alla guida: insomma animali selvatici o meno, il conducente della jeep era ubriaco e, soprattutto, viaggiava ad una velocità molto sostenuta (il limite in quel tratto è di settanta chilometri orari), tanto da trascinare dopo l’impatto frontale per oltre dieci metri l’auto che viaggiava in senso opposto e ridurla ad un ammasso di lamiere dalle quali a fatica i vigili del fuoco hanno tirato fuori i corpi martoriati delle due vittime.

Oggi, intanto, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Sulmona Aura Scarsella, sarà eseguita dall’anatomopatologo Luigi Miccolis l’autopsia sul corpo dei due Sciullo, mentre bisognerà attendere ancora perché l’indagato venga sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice. Le condizioni di S.C., seppur non in pericolo di vita, sono infatti comunque abbastanza gravi: il quarantasettenne dovrà subire più di un intervento chirurgico avendo riportato gravi fratture al bacino, al femore e al braccio sinistro, per una prognosi, solo provvisoria, di almeno trenta giorni. La notizia dell’incidente ha suscitato sconforto alla Magneti Marelli dove Antonio Sciullo lavorava e dove proprio ieri mattina avrebbe dovuto iniziare il suo turno di lavoro. Mentre non si placano le polemiche sulla sicurezza di un tratto di strada che è stato spesso teatro di incidenti mortali, dove le auto corrono troppo e dove l’attraversamento della fauna selvatica è costante.
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