Rimarrà nella storia di Roccaraso (L'Aquila), M20, l'orso battezzato con il nome, Juan Carrito, tornato, da qualche giorno nel bosco, suo habitat naturale, dopo essere stato catturato in una tube trap e rilasciato in natura. Tutti auspicano che vada presto in letargo, considerate le temperature rigide e la neve in quota. Anche se, in genere, secondo alcuni esperti, gli orsi maschi giovani, durante l'inverno, resterebbero attivi. JC dovrà cambiare il suo comportamento, in un contesto isolato, che potrebbe favorire l'ibernazione.
Juan Carrito è super attenzionato su quella montagna, dove è stato condotto con l'elicottero messo a disposizione dai carabinieri forestali. Si, perché, l'ente Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, attraverso i Guardiaparco, monitora costantemente i suoi spostamenti, tramite il segnale del radiocollare Gps, che indossa. Stiamo parlando del dispositivo che permette di localizzare, a distanza, la posizione esatta del plantigrado, ogni 15 minuti, grazie alle tecnologie Gps e Vhf. La scelta del luogo di rilascio, benché non proprio ideale, perché secondo il Pnalm sarebbe stato opportuno allontanarlo maggiormente dalla zona in cui è cresciuto, è ricaduta nell'area protetta, per motivi di natura logistico-operativa, biologica e amministrativa.
Purtroppo Juan Carrito, figlio di mamma Amarena, che ha regalato al mondo animale ben quattro cuccioli, è un orso condizionato e confidente. Lo abbiamo visto più volte, protagonista di diverse scorribande nei centri urbani.
Del resto JC è cresciuto in un ambiente fortemente antropizzato, prendendo l'imprinting di sua madre Amarena. «L'insieme delle condizioni in cui M20 ha passato gli ultimi mesi- afferma l'ente Pnalm- ha contribuito a rafforzare il suo condizionamento verso il cibo facile, vanificando gli sforzi messi in campo. Inoltre, volendo guardare ai prossimi mesi, la giovane età, la sua indole e la presenza costante di cibo, questi elementi possono contribuire a ridurre la durata del periodo di svernamento, aumentando notevolmente, il rischio che l'orso possa continuare a frequentare il centro abitato di Roccaraso, che essendo la più grande stazione sciistica dell'Appennino, durante la stagione invernale, registra presenze di migliaia di turisti, certamente impreparati all'incontro con un orso, con gravi rischi sia per l'incolumità pubblica, sia per l'orso stesso».