L’economista Stefano Cianciotta: il futuro è tutto nell’alta formazione

La sede del Gran Sasso Science Institure (Gssi) all'Aquila
La sede del Gran Sasso Science Institure (Gssi) all'Aquila
di Stefano Cianciotta
Martedì 19 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 12:33
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Ferruccio De Bortoli ha posto sul Corriere della Sera un tema rilevante: il contributo degli imprenditori alla ripresa dell’Italia. Nel 2016 scrissi un saggio insieme con l’allora assessore al Lavoro della Regione Lombardia, Aprea, dal titolo “Studiare in azienda, lavorare a scuola”, nel quale analizzavamo l’applicazione in Europa del modello economico lombardo. In quel momento, infatti, le regioni europee del Baden Württemberg, Rhône-Alpes, Catalogna e appunto la Lombardia, stavano dimostrando che produrre innovazione e sviluppo coinvolgendo il sistema delle imprese e l’Alta Formazione, non solo era possibile ma restava (ed è) la principale opzione per costruire una visione armonica del futuro. Oltre al tasso di occupazione più elevato, quelle regioni costituivano il luogo più avanzato di ricerca e di innovazione grazie proprio ad un rapporto virtuoso tra Scuola, Alta Formazione ed Imprese, nel quale la parte pubblica favoriva la transizione del privato verso lo sviluppo di nuovi settori, sostenendo anche la nascita di percorsi formativi a sostegno.

Le questioni poste da De Bortoli assumono rilevanza anche per il futuro dell’Abruzzo se la regione non solo sarà in grado di potenziare le attività esistenti, ma saprà diventare un polo di attrazione di nuove iniziative (si pensi alle opportunità con la Zes). In un contesto di ridefinizione delle filiere industriali, nel quale inevitabilmente aumenterà il peso della robotizzazione, è fondamentale aumentare la qualità del capitale umano per potenziare l’attrattività della regione.

Attualmente nelle tre Università abruzzesi e al Gssi dell’Aquila studiano quasi 50mila ragazzi, che per il 37% scelgono alla fine del percorso di studi altre regioni o altri Paesi. In Abruzzo ci sono 250 startup innovative, eppure questi due mondi, startup e Università, interagiscono ancora poco. Gli investimenti dei fondi privati di venture capital in startup abruzzesi sono scarsi e il trasferimento alle imprese di tecnologia sviluppata nelle Università è ad oggi sporadico. Le imprese non aprono all’innovazione generata dalle startup che faticano a trovare sbocco sul mercato.

L’investimento in tecnologia e innovazione è l’unico strumento che possa difendere il vantaggio competitivo delle nostre aziende. L’investimento in startup è strategico per far crescere una generazione di giovani imprenditori, mentre l’Alta Formazione è importante per aiutare la trasformazione delle startup in imprese. Se il decisore politico deve diventare il facilitatore del processo di sviluppo per favorire il dialogo competitivo con le imprese e la nascita di nuove attività, la classe dirigente privata deve assumersi concrete responsabilità.

La qualità dell’Alta Formazione abruzzese dipenderà anche dalla capacità degli imprenditori nel pretendere e chiedere la selezione del capitale umano, in funzione della valorizzazione di nuovi cluster strategici, come Scienza della Vita (Polo farmaceutico, Facoltà scientifiche, Istituto zooprofilattico, Dante Labs, Gssi, Infn), sul quale l’Abruzzo dovrà investire per formare e attrarre nuovi talenti. Lo sforzo che occorre compiere è quello di arrivare a costruire un sistema abruzzese della conoscenza, con cluster di diversi soggetti (Università, imprese, Regione, Comuni) che si impegnino a elaborare progetti, con finanziamento pubblico e privato, per sostenere la conoscenza applicata e collocare le nostre imprese nella fascia a valore aggiunto della filiera produttiva. 

Stefano Cianciotta
Economista
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