Pescara, spara al cuoco perché il servizio è lento, la mamma di Federico: «Mio figlio colpevole, ma va aiutato»

Parla la madre di Federico Pecorale, l'uomo che ha sparato al cuoco dominicano. La vittima è ancora in ospedale, forse perderà l'uso delle gambe

Pescara, spara al cuoco perché il servizio è lento, la mamma di Federico: «Mio figlio colpevole, ma va aiutato»
di Patrizia Pennella
Giovedì 14 Aprile 2022, 06:49 - Ultimo agg. 11:12
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«Mi dispiace infinitamente, ho pregato e prego tanto perché per il ragazzo le cose vadano bene». Parla da Losanna Antonietta, la madre di Federico Pecorale, il ventinovenne italo-svizzero che domenica a Pescara ha sparato cinque colpi di pistola contro il cuoco dominicano di un locale di arrosticini».
Yelfry Guzman è gravissimo in ospedale, è uscito dal coma ma ha una prognosi di 60 giorni per le lesioni al midollo spinale, difficilmente recupererà l'uso delle gambe. «So come si sta - è la risposta di Antonietta -, come mamma ho già provato questo dolore con l'incidente di Federico, quando è stato in coma. Il dolore ha investito due famiglie. Io sono distrutta: io so che mio figlio fondamentalmente non è questo, deve essere recuperato, aiutato».

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IL FERMO
Il giudice di Pesaro che ieri ha covalidato l'arresto disponendo per Federico la custodia in carcere, parla di una violenza raggelante e di un lucido piano per la fuga. «Ha fatto una cosa grave, tragica, ma non può essere buttato via. Gli augurano il male e dicono di essere persone buone: io non auguro il male a nessuno. Per Federico è stato un periodo difficile, si è anche sentito molto solo. Quando ha fatto quello che ha fatto non era cosciente, non si è reso conto di niente, nemmeno di poter essere preso».
Per la mamma e la fidanzata di Yelfry un solo pensiero: «Mi scuso, prego per il loro ragazzo e per il mio, non giustifico quanto fatto da Federico, un fatto imperdonabile. Però sono la mamma, devo pensare anche a lui che ha bisogno di sostegno».
Comprensibili l'istinto protettivo di una madre e la volontà di attenuare, con le scuse alla famiglia del ferito, la prospettiva di un processo che, per Pecorale, parte in salita dopo il provvedimento del Gip che sembra tagliare sul nascere la scappatoia dell'infermità di mente.

L'avvocato Fiorenzo Coletti non si dà per vinto e chiedere di vedere il filmato integrale con l'antefatto della sparatoria: «C'è un prima da verificare - dice -, anche sulla base del racconto dell'unica testimone, Martina, che era con Yelfry nel locale. Lei ricorda che la conversazione era su toni scherzosi, che Federico stava parlando con lei, chiedendole quanti anni avesse. E che proprio per questo anche il ragazzo procedeva nella preparazione con calma».

 

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