Degente di Psichiatria telefona alla polizia e dice: «Ho ucciso mio padre». Ma non era vero

Degente di Psichiatria telefona alla polizia e dice: «Ho ucciso mio padre». Ma non era vero
Degente di Psichiatria telefona alla polizia e dice: «Ho ucciso mio padre». Ma non era vero
di Alessandra Di Filippo
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 12:37 - Ultimo agg. 12:38
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«Correte subito in via Lago di Capestrano perché ho appena ucciso mio padre». È il contenuto della telefonata, che ha fatto letteralmente gelare il sangue, arrivata ieri pomeriggio attorno alle 14 alle centrali operative di 118 e 113. Dall’altra parte, un uomo con la voce turbata. Scattato l’allarme, al civico indicato, corrispondente a un garage, si sono precipitate a sirene spiegate ambulanze e pattuglie delle volanti. Ma del morto, nulla. Tutta la zona è stata ispezionata in lungo e in largo; ancora niente. Un vero e proprio giallo che si è risolto di lì ad una mezz’oretta. Dagli immediati accertamenti della polizia, si è scoperto che il presunto patricida era un uomo con disturbi mentali, ricoverato nel reparto di Psichiatria del Santo Spirito di Pescara e residente in via Lago di Capestrano, proprio dove sosteneva di aver ucciso il papà.

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Gli agenti sono arrivati a lui dal numero da cui aveva fatto le chiamate ossia quello di un telefono pubblico dell’ospedale. Telefono che si trova sullo stesso piano del reparto di Psichiatria, in cui l’uomo è ricoverato da lunedì. Nelle chiamate al 113 e al 118 aveva lasciato, oltre che l’indirizzo del luogo in cui a suo dire si era consumato l’omicidio, anche generalità, che poi si sono rivelate false. Una volta capito che la chiamata era stata fatta da quel telefono, non c’è voluto molto ai poliziotti per identificare l’autore. Di certo sono stati momenti, soprattutto quelli iniziali, a dir poco di concitazione proprio perché l’uomo sembrava credibile. Poi con il passare dei minuti e il presunto cadavere che, fortunatamente, non si trovava e i residenti della zona che sostenevano di non aver visto e sentito niente di strano tanto meno urla, ha preso sempre più piede l’ipotesi che potesse trattarsi uno scherzo di pessimo gusto. Per cui è iniziata la caccia al responsabile. Alla fine, più che uno scherzo, un gesto di una persona molto malata. Nessuna tragedia, ma un dramma sì.
 

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