Giuseppe, 18 anni, in coma dopo il pugno in testa: caccia al branco, tre sono ragazzini

Giuseppe Pio D'Astolfo mentre lavora in un negozio di surgelati. Giovane in coma dopo un pugno, gli aggressori hanno il fiato sul collo
Giuseppe Pio D'Astolfo mentre lavora in un negozio di surgelati. Giovane in coma dopo un pugno, gli aggressori hanno il fiato sul collo
Lunedì 19 Ottobre 2020, 21:19 - Ultimo agg. 22:41
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Un primo rapporto è stato già inviato dai carabinieri alla procura di Lanciano sull'aggressione a Giuseppe Pio D'Astolfo, 18 anni, un lavoro in un negozio di surgelati, ancora grave nella Rianimazione di Pescara, dove è ricoverato in coma farmacologico indotto, dopo aver subito diversi interventi chirurgici per ridurre un ematoma e bloccare un'emorragia dopo l'aggressione del branco. Il giovane, che era con amico maggiorenne e un'amica minorenne, è stato aggredito l'altra notte da un gruppo di cinque ragazzi mentre erano sulla zona binari dell'ex stazione Sangritana, in pieno centro a Lanciano, dove nei fine settimana i ragazzi, molti minori, si ritrovano per bere e fare uso di sostanze stupefacenti.

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L'indagine dei carabinieri prosegue per identificare gli appartenenti al branco, che sarebbe composto da almeno tre minori, e proprio uno di loro avrebbe sferrato un unico poderoso pugno alla testa del 18enne, sulla parte parietale sinistra. L'indagine è coordinata dal procuratore capo Mirvana Di Serio e dal pm Serena Rossi con l'apertura di un fascicolo per lesioni gravissime. Si valutano altre ipotesi di reato, ma la rissa è per ora esclusa. Del grave episodio un'informativa è stata tramessa anche alla procura minorile dell'Aquila. Secondo fonti investigative si sarebbe vicini all'identificazione dei responsabili del violento episodio.  Anche oggi sono stati risentiti i due amici del ferito e altri giovani testimoni, oltre ad analizzare nuovamente i frammenti delle telecamere di sorveglianza, alcune non funzionanti, ed altre che non puntavano direttamente sul luogo dove è avvenuta l'aggressione. All'incontro in procura erano presenti il comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, il colonnello Alceo Greco, il maggiore Vincenzo Orlando, comandante della compagnia di Lanciano e il tenente Giuseppe Nestola a capo del Norm. 

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