Ragazzino di 16 anni rapinato della paghetta maggiorenne condannato a un anno e 10 mesi

Ragazzino di 16 anni rapinato della paghetta maggiorenne condannato a un anno e 10 mesi
Ragazzino di 16 anni rapinato della paghetta maggiorenne condannato a un anno e 10 mesi
di Walter Berghella
Martedì 13 Dicembre 2022, 08:30
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Minore di 16 anni minacciato, picchiato e rapinato da tre persone. Dopo l'arresto a febbraio partono i processi per due fratelli maggiorenni mentre il loro cugino G.P.G., di 15 anni, è invece sotto giudizio del tribunale minorile dell'Aquila. Sono tutti difesi dall'avvocato Vincenzo Menicucci. Si tratta di un'altra incredibile e dolorosa vicenda delle baby gang frentane.

Ieri, dinanzi al gup Giovanni Nappi, S.G., 25 anni, è stato giudicato con rito abbreviato ed è stato condannato a un anno e 10 mesi di reclusione. Il pm Serena Rossi aveva chiesto una pena a 4 anni e 8 mesi. La posizione del fratello, di 23 anni, è stata stralciata e comparirà a processo nell'udienza del 16 maggio prossimo, dinanzi al tribunale collegiale.

Le accuse contro di loro sono quelle di concorso in estorsione, rapina, violenza privata e lesioni aggravate. Per diversi mesi, nel 2021, la vittima è stata minacciata perché consegnasse loro dei soldi ogni qualvolta che si incontravano per strada. Una costante richiesta di moneta, fino a 10 euro la volta, che ha molto provato la parte lesa. Nonostante i timori, la stessa vittima ha avuto il coraggio di denunciare i tre giovani alla polizia che ha indagato fino al provvedimento cautelare emesso dal gip Massimo Canosa.

Durante la presunta attività estorsiva il minore è stato più volte anche aggredito e picchiato, facendo poi ricorso alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Renzetti per ferite al volto e alla testa. All'ennesima richiesta di soldi, sempre supportati da atti intimidatori, la vittima ha infine opposto il proprio rifiuto, pur sopraffatto dai modi violenti degli indagati. L'attività investigativa è stata condotta dalla sezione anticrimine del commissariato frentano. Difatti, il giovane, nonostante i timori, ha deciso di raccontare l'incresciosa vicenda agli agenti che hanno ricostruito le particolari condizioni vissute, che perduravano da quasi un anno, ed hanno proceduto all'identificazione degli autori dei reati. Vittima vessata da continue richieste di piccole somme di denaro che gli indagati gli facevano approfittando della sua minore età e dal suo stato di sudditanza psicologica. Vittima affrontata a brutto muso anche all'interno e all'esterno del campo sportivo Di Meco, nel quartiere Santa Rita.
 

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