Rigopiano, la tragedia dell'hotel. La valanga, i 29 morti, il processo infinito: cosa è successo nel 2017

Arriva la sentenza di primo grado al processo per la valanga sull'Hotel Rigopiano.

Rigopiano, la tragedia dell'hotel. La valanga, i 29 morti, il processo infinito: cosa è successo nel 2017
Rigopiano, la tragedia dell'hotel. La valanga, i 29 morti, il processo infinito: cosa è successo nel 2017
Giovedì 23 Febbraio 2023, 17:51 - Ultimo agg. 18:02
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Dopo oltre sei anni dalla tragedia, 1.318 giorni dalla prima udienza del 16 luglio 2019, ben 15 rinvii e le aule separate in piena emergenza Covid, arriva oggi la sentenza di primo grado al processo per la valanga sull'Hotel Rigopiano

Rigopiano è arrivata la sentenza: sono 25 le assoluzioni e cinque le condanne decise del gup di Pescara, Gianluca Sarandrea, sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone. I trenta imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi Assolti l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. Due anni e otto mesi al sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta.

Cosa è successo
 

Sono passati 6 anni dalla tragedia di Rigopiano, dalla valanga che quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola (Pescara), lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone. I sopravvissuti sono 11. Il 18 è una data importante anche perché in questo stesso giorno è stata fissata l'udienza in cui inizieranno le arringhe difensive degli avvocati degli imputati, in tutto 30. Sono  accusati - a vario titolo - di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi e falso ideologico. 

Poco prima delle ore 17, il 18 gennaio 2017 quando, a seguito di alcune scosse sismiche, dal Monte Siella si stacca una valanga di 120mila tonnellate che scende a valle e alle 16:43:20 colpisce l'Hotel Rigopiano. Nella struttura ci sono 40 persone: 28 clienti, tra cui quattro bambini, e 12 membri dello staff.

In quei giorni l’Abruzzo è nella morsa del maltempo, con nevicate senza precedenti che hanno causato disagi e blackout in diverse zone. Alle 17.08 del 18 gennaio, Giampiero Parete, un cuoco in vacanza che si è salvato perché si trova nel parcheggio, lancia l'allarme al 118: dice che l'albergo è crollato a causa di una valanga.

Due minuti dopo la prefettura chiama l'albergo, ma nessuno risponde. Poi viene contattato il direttore dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, che dice di essere a Pescara e di non sapere nulla.

Alle 18.03 Parete chiama il suo titolare Quintino Marcella, che contatta più volte il 112 e il 113. Alle 18.08 e alle 18.20 Marcella parla in due occasioni con la prefettura di Pescara, ma in entrambi i casi la funzionaria considera la richiesta d'aiuto come un falso allarme

Solo alle 18.57 un volontario della Protezione civile crede alle parole di Marcella. Le squadre del Soccorso alpino partono con le ciaspole e gli sci, ma raggiungono l’hotel Rigopiano solo all'alba del 19 gennaio. Poi arriva la colonna dei soccorritori, dietro le turbine che hanno lavorato tutta la notte per pulire e liberare la strada.

Due persone, che si trovavano fuori dall’hotel, vengono subito tratte in salvo: sono Parete e il tuttofare dell’hotel Fabio Salzetta. Il 20 gennaio i vigili del fuoco estraggono vivi 5 superstiti: la moglie e i due figli di Parete - Adriana Vranceanu, Gianfilippo e Ludovica - e altri due bambini, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Successivamente vengono trovati altri quattro superstiti: Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone, quest'ultimo rimasto intrappolato sotto la neve per 62 ore.
 

Le operazioni di recupero terminano il 25 gennaio, esattamente una settimana dopo la slavina.

Il bilancio ufficiale è di 29 morti e 11 sopravvissuti.


La causa in tribunale


Dei 30 imputati sono 29 quelli che hanno scelto il rito abbreviato: rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara e del Comune di Farindola, alcuni rappresentanti dell'albergo distrutto e 7 prefettizi accusati di depistaggio in un fascicolo poi riunito al procedimento madre.

Queste le richieste di condanna dei procuratori di Pescara Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni: per l'ex Prefetto Francesco Provolo 12 anni, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni. Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli; per i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Maurio Di Blasio 10 anni, mentre per l'ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è stata di 6 anni.



Come riporta Ansa, per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca le richieste sono di 5 anni, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del Comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico 6 anni, per Bruno Di Tommaso gestore dell'hotel 7 anni e 8 mesi; pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia, 4 anni anche per i dirigenti provinciali Giulio Honorati, 3 per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, poi un anno per il tecnico Giuseppe Gatto.

L'accusa si è focalizzata sulle responsabilità dei dirigenti comunali e provinciali nella gestione dell'emergenza e della viabilità sconvolta per il grave maltempo di quei giorni, e sui permessi urbanistici: l'hotel era stato realizzato in una zona notoriamente esposta a valanghe e di conseguenza avrebbe dovuto essere chiuso e la strada sgomberata. Scandagliata anche l'attività della Regione Abruzzo per la mancata realizzazione e approvazione della Carta Valanghe

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