Morto in un paradiso dei Caraibi, la sorella: «Antonio preparava i suoi viaggi, nella piscinita mai avvistati squali»

Morto in un paradiso dei Caraibi, la sorella: «Antonio preparava i suoi viaggi, nella piscinita mai avvistati squali»
Morto in un paradiso dei Caraibi, la sorella: «Antonio preparava i suoi viaggi, nella piscinita mai avvistati squali»
Domenica 3 Aprile 2022, 11:04 - Ultimo agg. 11:12
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«Antonio Straccialini era una persona libera, amante dei viaggi e del mondo al punto da farne il suo stile di vita. Istruttore di nuoto e insegnante di educazione fisica, nei suoi lunghi viaggi, che ricoprono praticamente quasi tutto il mondo, Antonio aveva accumulato immensa saggezza, conoscenza ed esperienza. Era una persona umile, gentile e molto generosa per non menzionare altre qualità che lo rendevano unico». A scrivere è la sorella Roberta, insegnante di Roseto, in provincia di Teramo. Racconta chi era Tonino e la sua tragica fine in una lunga lettera.

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«Ultimamente aveva deciso di passare tre settimane sull’isola di San Andreas in Colombia, poi altri tre giorni a Medellin ed infine, il 25 marzo, avrebbe raggiunto il suo carissimo amico di viaggi, Marco Passavanti, in Repubblica Dominicana per poi continuare di nuovo insieme a vivere nuove avventure in altri luoghi. Il suo fraterno amico Marco lo ha raggiunto sull’isola non appena venuto a conoscenza della sciagura per stargli vicino e capire realmente le dinamiche dell’incidente. Dai racconti di amici e conoscenti locali, Antonio amava tantissimo quest’isola al punto di dire spesso che si trovava in un paradiso ed era felicissimo.

Aveva già camminato tutta l’isola e nuotato in moltissimi posti. Queste erano le attività che amava di più fare, immergendosi il più possibile nella natura che rispettava ed amava con tutto se stesso».


«È bene sapere che il luogo della disgrazia è noto anche come “la piscinita”, una zona balneare dove si svolgono da tempo anche attività di snorkeling ed immersioni. Ad affermarlo è anche Marco, un italiano che vive sull’isola per lavoro, che racconta di nuotare in queste acque ogni domenica da trent’anni e che l’unico squalo che abbia mai avvistato sia il “Tiburón Nodriza” chiamato anche “Dormilón” o “Bobo” per la sua docilità, squalo di piccole dimensioni. Ulteriore conferma ci è stata fornita da Harry Hudson che lavora in una delle scuole di snorkeling e diving vicine alla “piscinita”; dal 2004 egli fa escursioni accompagnando turisti, vicino alla costa e al largo, e in tanti anni né lui, né gli altri membri del team hanno mai avvistato uno squalo. Al contrario di quello che ha rumoreggiato inizialmente in alcune testate giornalistiche, in quest’area non c’è nessun segnale così come non c’è stato nessuno che abbia avvertito Antonio e chi era con lui in acqua fino a pochi minuti prima dell’incidente, della loro presenza».

«Grazie alla testimonianza dei due primi soccorritori, il “rastaman” Mauricio Baldonado e Dixon Suarez, che lo hanno tratto a riva, emerge che Antonio si era tuffato in queste acque limpide e cristalline per una breve nuotata a pochi metri dalla costa rocciosa corallina, quando uno degli squali lo ha attaccato all’improvviso. A seguito della sciagura, i notiziari di tutto il mondo, soprattutto nei primi giorni e probabilmente perché non a conoscenza della verità dei fatti, o per la voglia di pubblicare una notizia eclatante a tutti i costi, hanno fatto passare questa storia come se Antonio fosse un irresponsabile, il classico turista avventuroso in cerca di emozioni, quando invece lui è stato la vittima di un caso unico su quest’isola, un semplice bagnante che si trovava in un’area non reputata pericolosa e dove altri poco prima si erano bagnati, vittima di una disgrazia che poteva capitare a chiunque. Sarebbe offensivo nei confronti di un uomo conosciuto e amato in tutto il mondo per le sue eccezionali virtù umane e per le sue capacità di esperto viaggiatore, non ricordare che egli preparava i suoi viaggi con meticolosità, che era sempre ben conscio dei rischi e dei pericoli che avrebbe trovato nei luoghi che andava a visitare. Il suo modo di viaggiare, apparentemente semplice, era in realtà frutto di un lungo studio, geografico-socio-politico. Non improvvisava mai nulla. Se Antonio fosse stato a conoscenza della presenza degli squali in quel suo angolo di paradiso, quel giorno il bagno non lo avrebbe fatto. E neanche nei precedenti».

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«In occasione del rimpatrio della salma, previsto per la settimana prossima, la famiglia vuole ringraziare parenti, amici e conoscenti che si sono uniti al loro dolore e hanno espresso il proprio cordoglio per la terribile perdita.Infinite sono state e continuano ad essere le manifestazioni di affetto e di stima pervenute da ogni parte del mondo tramite i social».

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