Bar e negozi in crisi, cartello avverte: «Chiudiamo per la vostra e la nostra sicurezza»

Bar e negozi tra crisi, cartello avverte: «Chiudiamo per la vostra e la nostra sicurezza»
Bar e negozi tra crisi, cartello avverte: «Chiudiamo per la vostra e la nostra sicurezza»
di Maurizio Di Biagio
Domenica 25 Ottobre 2020, 09:29 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 14:21
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Le prime attività commerciali cominciano ad abdicare davanti alla pandemia. Dopo bar e negozi di Teramo, spesso a causa di dipendenti trovati positivi al Covid-19, alcuni in città preferiscono lasciare, anche perché, come nel caso di un affollato self service, le misure stringenti di contenimento e di distanziamento non permettono un lavoro agile e dunque si preferisce attendere giorni migliori.


Altri sono alle prese con le positività registrate nei posti di lavoro, mentre altri ancora, come ad esempio le bancarelle del sabato, salteranno i sabati per mancanza di clienti che per paura del Covid sono rimasti a casa, preferendo così di evitare posti affollati. Per certi versi la città già presenta un anticipo di piccolo coprifuoco, che va a toccare anche enti pubblici, come recentemente l’Ater di via Roma che è stato chiuso. Dinanzi Porta Reale, un self service ostenta un A4 con su scritto: «Si avvisa la clientela che visto l’evolversi della pandemia, la direzione ha deciso a scopo precauzionale di chiudere per la nostra e vostra sicurezza». Un bar spiega la sua saracinesca abbassata in un foglio con la positività di un dipendente. E lungo corso San Giorgio, Baktiar del Bangladesh ieri ha incassato solo 25 euro con la sua bancarella: «C’è meno gente, mancano soprattutto anziani e bambini» dice. Viene da San Benedetto del Tronto e paga ogni anno un canone al Comune di 500 auro più 75 di spazzatura. «D’ora in poi - conclude - verrò solo se il tempo sarà bello».

A pochi metri di distanza, un altro uomo mormora alla sua consorte: «Chissà se staremo qui sabato prossimo».

Davanti, nel bar Grande Italia, Adriano De Remigis, teme per il prossimo lockdown: «Ho paura soprattutto per i miei dipendenti, mi preme tanto salvaguardarli dalla cassa integrazione; non ci possiamo permettere di chiudere altrimenti sarà davvero la fine per noi commercianti». Pensa che con le misure restrittive già messe in atto si possa andare ancora avanti: «Qui a Teramo la situazione non è grave come in altre realtà, per di più non si potranno nemmeno registrare quegli atti di violenza capitati a Napoli». Le attività commerciali sono in questi giorni anche fonte di timore: il presidente della cooperativa di parcheggi Tercoop, Leo Iachini, lamenta il fatto che più volte ha telefonato al numero dedicato della Asl di Teramo per far fare i tamponi ai suoi dipendenti ma non c’è stata nessuna risposta: «Temo - precisa – che frequentando vari bar dove ci sono stati assembramenti e casi di positività, anche i ragazzi abbiano potuto contrarre il virus».”

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