Bataclan, dietro il furto del Banksy il contrabbando di opere d'arte: le indagini portano a Giulianova

Bataclan, dietro il furto del Banksy il contrabbando di opere d'arte
Bataclan, dietro il furto del Banksy il contrabbando di opere d'arte
di Rosalba Emiliozzi
Martedì 16 Giugno 2020, 15:46 - Ultimo agg. 17:46
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Una Porsche che parte, poi il rientro con un Ducato. Un graffito dal forte valore simbolico avvolto da un cellophane e buttato per mesi in un sottotetto, con le cose che non si usano più, di un vecchio casolare della Val Vibrata, in provincia  di Teramo, abitato da una famiglia di cinesi. La Ragazza in lutto realizzata da Banksy, street artist dall'identità sconosciuta, su una porta d'emergenza del Bataclan dopo la strage terroristica del 2015, e ritrovata a Sant'Omero la scorsa settimana, è un giallo infinito che fa fantasticare in questa zona tra colline e mare.

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«Ora ne se dicono tante in paese - dice il sindaco Andrea Luzii - chi parla di macchinoni, chi di furgoni. È tutto molto strano, per noi è stato un fulmine a ciel sereno, nessuno si era accorto di nulla, la zona del casolare è abbandonata ma di passaggio». Nel senso che si perde tra le campagne, ma è puntellata da una strada che consente l'arrivo e la partenza indisturbata, come è successo per la porta del Bataclan, rubata lo scoro anno a Parigi da una gang che, sotto l'occhio delle telecamere, l'ha tagliata e caricata su un furgone. Sparita per mesi, è ritrovata a Sant'Omero, nel vecchio casolare che, si scopre oggi, non sarebbe di G.P., 50 anni, albergatore di Tortoreto e titolare di un b&b, «ma di una terza persona» riferisce il suo avvocato Angelo Palermo.

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Tre gli indagati per ricettazione: un magrebino di 40 anni, che avrebbe portato il graffito in Abruzzo, attraverso un gancio che vive a Giulianova e che sarebbe il presunto mediatore 60enne ex commerciante di auto, infine l'albergatore 50enne di Tortoreto, che aveva la disponibilità della casolare di Sant'Omero dove è stata custodita per quasi sei mesi l'opera di Banksy. Sarebbe stato il 60enne di Giulianova, nato in Francia come G.P., a presentare il magrebino all'albergatore. Per diverse volte il magrebino di nazionalità francese, residente tra Parigi e Tolone, ha soggiornato nella struttura di G.P. e tra i due col tempo sarebbe nata un'amicizia dettata anche dal fatto che G. P. è figlio di emigranti italiani in Francia. «Non sapevo del valore del quadro - ha detto G.P. quando è stato interrogato dai carabinieri - ho fatto solo un favore a un vecchio cliente, che è arrivato con un furgone e mi ha chiesto se potevo tenerla qualche giorno».
 

 

Versione che non ha convinto appieno gli investigatori. Le indagini della procura dell'Aquila al momento non contemplano l'ipotesi terroristica, ma vanno avanti sul binario del contrabbando di opere d'arte per collezionisti, anche arabi. Sul mercato nero le opere di Banksy hanno un valore immenso. E, in sequenza, vengono rubate. A gennaio 2019 il furto della Ragazza addolorata, a settembre scomparso il Topolino disegnato all'esterno del Centre Pompidou, il museo d'arte moderna e contemporanea nel cuore della capitale di Francia. A giungo 2018 rubata nel corso di una mostra a Toronto l'opera Trolley Hunter. Ora c'è da capire chi doveva visionare e comprare il graffito ritrovato in Abruzzo e dedicato alle 90 vittime del massacro del Bataclan.
 

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