Una mamma alla Asl: «Vaccinate me e mio marito, nostro figlio sta male e va protetto»

Una mamma alla Asl: «Vaccinate me e mio marito, nostro figlio sta male e va protetto»
Una mamma alla Asl: «Vaccinate me e mio marito, nostro figlio sta male e va protetto»
di Teodora Poeta
Giovedì 8 Aprile 2021, 15:00 - Ultimo agg. 21:32
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Tra chi ancora aspetta di essere vaccinato nel Teramano ci sono anche i genitori dei bambini fragili, già iscritti alla piattaforma ma in attesa di ricevere la convocazione della Asl di Teramo. Tra questi ci sono Alessia (un nome di fantasia, ndr), 32 anni, e suo marito, entrambi originari di una frazione di Teramo, genitori di un bimbo di 3 anni nato prematuro alla 28esima settimana, con problemi cardiaci e difficoltà nella deambulazione, al quale è stato riconosciuto la legge 104 con il comma 3 della gravità oltre all’articolo che fa specifico riferimento proprio alla deambulazione. «Un mese fa – racconta Alessia – leggendo i giornali ho saputo che anche noi potevamo iscriverci alla piattaforma per chiedere di essere vaccinati proprio per poter proteggere nostro figlio che è un bambino fragile e così abbiamo deciso di farlo immediatamente, immettendo i dati del bambino e noi come caregiver, ma ad oggi non ci ha chiamato ancora nessuno».

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Quasi ogni mese Alessia deve recarsi in ospedale, al Salesi di Ancona dove il figlio è nato ed è in cura, per i controlli. «A breve dovrà fare un altro intervento al cuore – spiega -, il secondo dalla nascita, per una malformazione congenita». Durante la settimana da po’ sono finalmente riprese le fisioterapie. «Ma la paura di contrarre il virus è tanta», conferma Alessia. «Se almeno noi fossimo vaccinati, mi sentirei più sicura – dice -. E’ importante vaccinare i genitori dei bambini fragili. Significherebbe creare un’ulteriore barriera di sicurezza, per quanto possibile, attorno a loro, visto che già ci adoperiamo tanto per cercare di non esporli, ma è difficile e impossibile. Oltretutto non possiamo pensare di isolarli dal resto del mondo.

Sono bambini e hanno tutto il diritto di poter giocare e vivere felici». Una felicità che in parte gli è già stata preclusa durante i mesi di ospedalizzazione e che adesso i genitori vorrebbero restituirgli, ammesso che questo sia possibile, chiedendo di essere loro stessi vaccinati. 

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