Bimbi autistici nella Zona rossa. Lo sfogo delle mamme: «Le scuole non devono essere chiuse»

Zona rossa e autismo: lo sfogo delle mamme dopo le parole del vice presidente della regione Abruzzo Emanuele Imprudente
Zona rossa e autismo: lo sfogo delle mamme dopo le parole del vice presidente della regione Abruzzo Emanuele Imprudente
di Tito Di Persio
Mercoledì 18 Novembre 2020, 14:37 - Ultimo agg. 21:57
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Quando le parole possono terrorizzare. Questa volta hanno colpito le classi piu’ deboli e gli indifesi: i genitori di bimbi autistici. A pronunciarle, o meglio, pubblicare sul suo profilo Facebook, il vice presidente della regione Abruzzo Emanuele Imprudente «L’Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura delle scuole».

Claudia Guizzardi, una mamma rosetana scrive una lunga lettera al governatore Marsilio «Caro Presidente Marsilio: «Mi auguro che non abbiate la malsana idea di discostarvi da ciò che prevede il DPCM per le zone rosse in relazione alla chiusura delle scuole – si sfoga Claudia - Ha conoscenza diretta di quello che è accaduto durante lo scorso lockdown generalizzato per i bambini disabili con i BES (bisogni educativi speciali) dei quali non se n'è occupato nessuno? Allora glielo racconto io».

Incalza poi «Sono mamma di un bambino autistico di grave entità che ha dovuto lottare per ottenere l'esigibilità dei suoi diritti (per il comma 3 della l. 104/92, per la riabilitazione presso una struttura riabilitativa adeguata e accreditata, per l'assistenza domiciliare) e che ha visto il figlio regredire in termini cospicui durante lo scorso lockdown: siamo stati completamente abbandonati dalle istituzioni, dimenticati dalle conferenze stampa di Conte e ne abbiamo pagato un caro prezzo: caro Presidente, stavolta che Conte si è ricordato di noi, vuole cancellarci con un colpo di penna? » chiede disperata Claudia e avverte «Non può farlo, perché non glielo permetto e sono pronta ad agire prontamente per vie legali. Mio figlio ha inasprito i suoi comportamenti problema (aggressività auto ed eterodiretta) e in più adesso, per via della negligenza suddetta, il SSN ha un paziente in più da curare. Io, la madre, la caregiver (badante) che ha dovuto accedere al CSM per disturbi di attacco di panico e umore deflesso perché è umanamente impossibile gestire da sola un bimbo così grave che dà testate al muro, che urla, vedere le sue braccia tumefatte per i morsi o l'occhio nero di mio marito dopo una sua crisi violenta – conclude - La scuola deve proseguire per mio figlio in primis perché è impossibile per lui praticare la DAD e ciò violerebbe la l. 67/06 sulla discriminazione del disabile ( quando un trattamento apparentemente neutro pone la persona con disabilità in una situazione di svantaggio rispetto ad altri).

Non è l’unica mamma «A me è andata bene. – spiega Alessandra - ma quanti genitori che hanno un figlio come il mio in questi giorni stanno soffrendo?». Poi racconta che era spaventata perché dal primo al 7 novembre, le lezioni didattiche della scuola primaria di Voltarrosto frequentata dal figlio erano state sospese per dei casi di positività e pur se lei si era affrettata a chiamare gli insegnanti di sostegno e la preside e nessuno si è interessato minimante al suo caso. «Addirittura nei giorni a seguire nessun insegnante mi ha fatto una chiamata – continua la mamma – la dirigente poi mi ha spiegato che l’assistente educativo scolastico domiciliare non è tenuto a venire in casa per brevi periodi - quindi mi sono trovata da solo con due bambini: una figlia di 21 mesi e mio figlio che va seguito costantemente.

Vi lascio immaginare che situazione. Vivere una situazione del genere per tutto il lockdown per me sarebbe stato impossibile»

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