Chiusi in casa per la pandemia e il lockdown, l’idea di prendere un animale domestico per vincere il senso di isolamento è venuta a molti. E così, a partire dal 2020, come rivela una recente indagine della start up Readly, un italiano su 4 ha aperto le porte di casa al nuovo amico a 4 zampe.
Coccole a profusione e passeggiatine fuori, per molte famiglie tutto è filato liscio fino a quando la fine della pandemia ha fatto cambiare di nuovo le abitudini: niente più smart working, tempo libero da dedicare alle esigenze del cane ormai insufficiente e preoccupazioni economiche sempre crescenti. Tanto che, alla fine, molti hanno deciso di non volerlo più tenere: il 16% dei proprietari è pentito della scelta, il 9% non riesce più ad occuparsi dell’animale e il 12% lo affida a un pet-sitter.
LA CRISI
«La crisi economica, la precarietà, il trasferimento all’estero, il decesso di anziani proprietari di cani, spingono molti italiani a disfarsene - racconta Giusy D’Angelo, esperta cinofila e membro della giunta nazionale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) - Il problema più grosso è l’irresponsabilità, ossia pensare di risolvere la questione senza valutare altre soluzioni.
LE ABITUDINI
E se è vero che tenere in casa un gatto, in teoria, è più semplice, accogliere un cane richiede un cambio improvviso delle abitudini di tutti i componenti della famiglia. «Spesso si scelgono le razze dei cani in base alla moda del momento, senza tenere conto delle esigenze dell’animale – ricorda Melosi – Non dimentichiamo che ogni cane deve essere condotto in un determinato modo e allevato in base alle sue specificità». Per evitare di dover rinunciare al cane, bisogna valutare anche l’aspetto economico, che incide almeno per il 50 per cento sulla scelta dell’abbandono. «Con un cane o un gatto in casa - precisa Meloni - ci saranno spese fisse in più al mese, sia per l’alimentazione che per l’accudimento. A seconda della razza, bisogna preventivare almeno 500 euro all’anno, ma dipende dalle regioni in cui ci si trova. Occorre aggiungere poi le spese veterinarie e le vaccinazioni, altri 200 euro. Oltre ovviamente agli imprevisti. Meglio dunque pensarci bene prima».