Animali, effetto post-Covid: boom di abbandoni di cani e gatti

In pandemia molte adozioni di animali. Col ritorno alla normalità manca il tempo per occuparsene. Con conseguenze drammatiche

Animali, effetto post-Covid: boom di abbandoni di cani e gatti
Animali, effetto post-Covid: boom di abbandoni di cani e gatti
di Graziella Melina
Lunedì 7 Novembre 2022, 00:24 - Ultimo agg. 00:45
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Chiusi in casa per la pandemia e il lockdown, l’idea di prendere un animale domestico per vincere il senso di isolamento è venuta a molti. E così, a partire dal 2020, come rivela una recente indagine della start up Readly, un italiano su 4 ha aperto le porte di casa al nuovo amico a 4 zampe.

Coccole a profusione e passeggiatine fuori, per molte famiglie tutto è filato liscio fino a quando la fine della pandemia ha fatto cambiare di nuovo le abitudini: niente più smart working, tempo libero da dedicare alle esigenze del cane ormai insufficiente e preoccupazioni economiche sempre crescenti. Tanto che, alla fine, molti hanno deciso di non volerlo più tenere: il 16% dei proprietari è pentito della scelta, il 9% non riesce più ad occuparsi dell’animale e il 12% lo affida a un pet-sitter.


LA CRISI
«La crisi economica, la precarietà, il trasferimento all’estero, il decesso di anziani proprietari di cani, spingono molti italiani a disfarsene - racconta Giusy D’Angelo, esperta cinofila e membro della giunta nazionale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) - Il problema più grosso è l’irresponsabilità, ossia pensare di risolvere la questione senza valutare altre soluzioni.

Se a preoccupare i neoproprietari sono le ore di lavoro fuori casa, basterebbe provare a contattare i servizi dei nostri volontari dedicati alle comunità». Secondo i dati del ministero della Salute, nel 2021 sono stati accolti nei canili sanitari e nei canili rifugio 101.309 esemplari. Nel 2022 dopo l’emergenza Covid la situazione sta però peggiorando: dal primo gennaio al 30 settembre, soltanto nelle strutture dell’Enpa, che rappresentano il 20% di tutti i rifugi, sono 17.585 i cani ospiti e 39.752 i gatti accuditi, mentre le adozioni sono in grande calo; in aumento del 15% quest’estate le cessioni di pet. «Quando si decide di prendere un animale da compagnia bisogna considerare che poi resterà con noi per tutta la sua vita - spiega Marco Melosi, presidente dell’associazione nazionale medici veterinari italiani - La scelta quindi deve essere ben ponderata da diversi punti di vista. Dobbiamo considerare, innanzitutto, se le nostre abitazioni sono adatte, se il nostro stile di vita, magari sedentario, ci consente di disporre del tempo da dedicare all’animale».


LE ABITUDINI
E se è vero che tenere in casa un gatto, in teoria, è più semplice, accogliere un cane richiede un cambio improvviso delle abitudini di tutti i componenti della famiglia. «Spesso si scelgono le razze dei cani in base alla moda del momento, senza tenere conto delle esigenze dell’animale – ricorda Melosi – Non dimentichiamo che ogni cane deve essere condotto in un determinato modo e allevato in base alle sue specificità». Per evitare di dover rinunciare al cane, bisogna valutare anche l’aspetto economico, che incide almeno per il 50 per cento sulla scelta dell’abbandono. «Con un cane o un gatto in casa - precisa Meloni - ci saranno spese fisse in più al mese, sia per l’alimentazione che per l’accudimento. A seconda della razza, bisogna preventivare almeno 500 euro all’anno, ma dipende dalle regioni in cui ci si trova. Occorre aggiungere poi le spese veterinarie e le vaccinazioni, altri 200 euro. Oltre ovviamente agli imprevisti. Meglio dunque pensarci bene prima».

 

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