Sri Lanka, disastro ambientale: dopo il naufragio della nave cargo gli animali marini morti non si contano più

Tartarughe, squali, delfini e balene morti dopo il disastro ambientale nello Sri Lanka
Tartarughe, squali, delfini e balene morti dopo il disastro ambientale nello Sri Lanka
di Remo Sabatini
Sabato 3 Luglio 2021, 15:41 - Ultimo agg. 15:42
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È un disatro ambientale. Quello che tutti temevano si sta verificando. Dopo il naufragio del giugno scorso della nave cargo, avvenuto nelle acque della costa occidentale dello Sri Lanka, gli animali marini rinvenuti morti in mare, così come lungo le spiagge di quel Paese, non si contano più. Tanto che, ormai, si parla di un vero e proprio disastro ambientale. Tutto era iniziato il 20 maggio scorso quando, a seguito di un incendio divampato a bordo, la MV X-Press Pearl, una grande nave cargo che trasportava 1486 container, aveva iniziato il suo ultimo, lento e inesorabile viaggio che, il 2 giugno e nonostante i soccorsi, l'avrebbe portata in fondo al mare.

Sri Lanka: è disastro ambientale, perso il conto degli animali marini morti

 

Salvato l'equipaggio, con la grande nave sarebbe però, colato a picco anche il suo carico che, carburante escluso, prevedeva 25 tonnellate di acido nitrico e tutta una serie di prodotti chimici, comprese tonnellate di microplastiche e cosmetici in quantità.

 

Cosa sono i nurdles

Prodotti pericolosissimi che avrebbero avvelenato quelle acque paradisiache per sempre, o quasi. D'altro canto, gli effetti lungo quelle coste, si sarebbero visti sin dalle prime ore. Dopo l'affondamento, infatti, miliardi di piccolissime palline di plastica, denominate in gergo "nurdles", avevano cominciato a ricoprire e colorare di bianco le spiagge. Esca letale per tutti gli animali marini che, come avrebbe documentato successivamente The Pearl Protector, l'associazione di tutela ambientale cingalese che ha diffuso le immagini che pubblichiamo, avevano cominciato a morire. Così, da quei primi giorni di giugno, a pagare con la vita l'ennesimo disastro ambientale provocato dalle attività umane, sono le centinaia di tartarughe marine rinvenute, così come cinque balene, decine di delfini e un numero imprecisato di squali che, come il balena della foto, sono incappati in quelle palline di plastica micidiali scambiate per cibo.

Senza contare le migliaia di uccelli marini e le altre specie di pesci che, anche in casi come questo, non fanno più notizia. Tutte vittime di una strage i cui effetti potrebbero perdurare per mesi e mesi. Se non anni.

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