Taiji, riparte la strage di balene e delfini: undici esemplari uccisi dai cacciatori, due erano cuccioli

Dopo quella che cinque giorni fa aveva visto l'uccisione di nove grampi, stanotte è andata in scena la seconda mattanza

Le balene pilota poco prima di essere uccise dai cacciatori (immmag diffuse da Kunito Seko)
Le balene pilota poco prima di essere uccise dai cacciatori (immmag diffuse da Kunito Seko)
di Remo Sabatini
Giovedì 8 Settembre 2022, 12:12 - Ultimo agg. 12 Settembre, 10:35
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La stagione di caccia a delfini e balene nella baia giapponese di Taiji è appena cominciata e già siamo alla seconda strage. Dopo quella che, cinque giorni fa aveva visto l'uccisione di nove grampi, stanotte è andata in scena la seconda. Tremenda, ripresa in diretta dall'attivista Kunito Seko, era iniziata il giorno precedente quando, un pod di circa 35 esemplari di pilot whale (balene pilota) dopo essere state intercettate al largo, sono state sospinte dai cacciatori all'interno della baia. A quel punto, è iniziata una terribile attesa. Con le barche dei pescatori giapponesi che, recintata con le reti la baia, alla fine hanno dato inizio alla strage.

Inutili i ripetuti tentativi di fuga, per gli esemplari prescelti non c'è stato scampo. Alla fine, da noi era quasi l'alba, le uccisioni sono terminate colorando le acque di rosso. La conta degli esemplari che hanno perso la vita si è fermato a undici: nove uccisi dai cacciatori e due, additittura cuccioli, morti per lo choc provocato dalle operazioni. Da qui, le proteste di attivisti e associazioni che, di fronte all'ennesima strage, chiedono di risparmiare almeno i piccoli. La baia di Taiji è, ormai da anni, tristemente nota per la "tradizionale" caccia ai cetacei che, ogni anno, determina l'uccisione di centinaia di esemplari.

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