«Non hanno fatto in tempo a riaprire la stagione di caccia che è già strage di delfini». Questo il commento di uno dei volontari di Sea Shepherd a seguito della prima mattanza di cetacei che si è svolta alle isole Faroe. Una strage che, andata in scena a Torshavn, la capitale delle Faroe situata a sud dell'isola di Stremoy, ha significato la morte di ben 63 globicefali. Tutti trucidati dalla popolazione.
Strage di delfini alle Faraoe, cosa succede
La caccia ai delfini, chiamata "grindadrap", è infatti una caccia tradizionale cui gli abitanti delle isole facenti parte del Regno di Danimarca ma divenute Stato autonomo dal 1948, proprio non vogliono rinunciare.
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La "gindadrap"
Come si svolge la grindadrap? Come fosse un rituale, la gente dei villaggi costieri si raduna sulla spiaggia. Armati di punteruolo e coltellacci, i feringi attendono il rientro delle barche che, uscite in mare per intercettare i cetacei, fanno rientro. Stanno spingendo i delfini in acque basse dove, terrorizzati e impossibilitati a fuggire, finiranno tra le mani di uomini e ragazzi, talvolta anche molto giovani. Il resto è tutto nelle macabre immagini diffuse dal movimento capitanato da Paul Watson. Con la schiuma che diverrà sangue e poi, dopo, ancora schiuma. Nel settembre scorso, ben 1428 delfini furono trucidati in una sola "grind". La notizia della più grande mattanza di sempre, fece scalpore lasciando inorriditi persino i danesi. I poveri animali uccisi erano delfini appartenenti alla specie Lagenorhynchus obliquidens, cetaceo meglio noto come lagenorinco dai denti obliqui.
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