Fenicotteri uccisi a fucilate dai pescatori in Tunisia. La denuncia di studiosi e associazioni: «È strage»

Uno dei fenicotteri uccisi a fucilate dai pescatori (immag pubbl dallo studioso tunisino Habib Dlensi su Fb)
Uno dei fenicotteri uccisi a fucilate dai pescatori (immag pubbl dallo studioso tunisino Habib Dlensi su Fb)
di Remo Sabatini
Sabato 12 Giugno 2021, 16:04
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Le immagini sono drammatiche. Riprese dal naturalista tunisino Habib Dlensi, documentano la caccia ai fenicotteri che transitano lungo le coste di quel Paese cui partecipano persino, come ribadito dallo studioso stesso, alcuni pescatori. "Anche nel periodo di riproduzione, scrive Dlensi sulla propria pagina social commentando le immagini che pubblichiamo, i pescatori tunisini non smettono di uccidere".

Tra le vittime dei pescatori armati di doppietta, vi sarebbero anche alcuni piccoli. Morti di stenti, vista l'uccisione degli adulti, se non addirittura colpiti dai colpi di arma da fuoco essi stessi. Teatro delle uccisioni documentate dallo studioso, l'area costiera che insiste nella zona di Monastir e non solo.

La Tunisia, infatti, è un Paese noto per la presenza di questi singolari e coloratissimi uccelli che, in colonie che possono superare le 14mila coppie, approfittano di alcune meravigliose regioni quali quella intorno a Djerba e Sfax. Località note anche per le antiche e spettacolari saline che rappresentano uno scenario unico per appassionati di fotografia naturalistica.

Cosa ci fanno dei pescatori armati di doppietta in Tunisia? Al di là di mercati dediti alla selvaggina "ricercata", le risposte arrivano da lontano e interessano buona parte dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo.

Alcune, fortunatamente non più in uso, raccontano della scomparsa della sfuggente foca monaca che, in passato, veniva cacciata e sparata direttamente a domicilio, nelle grotte e anfratti dove viveva e dalle quali ha preso il nome. Altre, di delfini e uccelli marini considerati concorrenti da allontanare, se non addiruttura eliminare, da quei pescatori che continuano ad accusarli di mangiare il loro pesce. Come più volte documentato dalle immagini riprese da associazioni e movimenti ambientalisti come Sea Shepherd France.

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