Chi lo aveva visto, intrappolato nelle grate di un tombino di via Gentile, zona Castello Ursino a Catania, aveva stentato a crederci. Eppure era vero. Quello che faceva capolino con la testa da un tombino delle vie del centro storico, era un serpente. E che serpente, un vero pitone in carne e ossa. Così, dopo i primi momenti di incredulità, mescolati ad un certo timore, i cittadini protagonisti della scoperta, avevano chiamato i soccorsi. Sul posto, nel giro di pochi minuti, vigili del fuoco, carabinieri del nucleo Cites Catania, veterinari e i responsabili dell'associazione Pro Natura Catania-Ragusa.
Ed è stato anche grazie all'intervento di Grazia Muscianisi, di Pro Natura, coadiuvata dagli esperti intervenuti, che il povero pitone è stato fisicamente liberato e recuperato.
Il pitone, finalmente sano e salvo, è stato trasferito al bioparco di Carini, a Palermo, dove ha trovato uno spazio più caldo e idoneo e soprattutto cibo. Nel nostro Paese, la detenzione di serpenti è consentita. A patto però, che non siano velenosi. I pitoni, come quello salvato dal tombino siciliano, non sono affatto serpenti velenosi seppure il loro morso può risultare assai pericoloso. Può raggiungere i sette metri di lunghezza per quasi due quintali di peso. Indubbiamente, un "animale da compagnia" da trattare con le dovute cautele.