Rospi "psichedelici", il National Park Service diffida i turisti: «Basta leccarli: possono uccidere, sono velenosi»

Le tossine del rospo possono causare allucinazioni e reazioni mortali non solo nelle persone ma anche nei grandi predatori ma spesso gli escursionisti li usano come "droghe"

Rospi velenosi usati come droghe, il National Park Service ai turisti: «Smettetela di leccarli, possono uccidervi»
Rospi velenosi usati come droghe, il National Park Service ai turisti: «Smettetela di leccarli, possono uccidervi»
Lunedì 7 Novembre 2022, 15:28
2 Minuti di Lettura

Il National Park Service (l'agenzia federale statunitense incaricata della gestione dei parchi nazionali) sta esortando gli escursionisti a smettere di leccare i rospi "psichedelici". I funzionari hanno messo in guardia i turisti dal toccare il "rospo del deserto di Sonora", noto anche come "rospo del fiume Colorado", a causa del veleno che l'animale trasuda attraverso la pelle, cha da effetti psicotropi, ma che potrebbe causare paralisi o addirittura la morte.  

Roma, online il bando per richiedere servizi veterinari e sterilizzazioni gratis: come fare domanda e chi può richiederli

Rospi Velenosi: dove vivono

L'anfibio si trova normalmente nei bacini del New Mexico, anche se nelle ultime settimane è stata segnalata la sua presenza all'interno dell' "Organ Pipe Cactus National Monument", in Arizona. Secondo quanto stabilito da alcuni ricercatori dello zoo di Okland, le tossine del rospo possono causare allucinazioni e pericolo reazioni psicoattive quando vengono ingerite, questo perché a causa del loro efetto allucinogeno molti turisti decidono spesso di leccare la pelle dell'animale per concedersi qualche minuto di "sballo".

A causa di questo pericoloso fenomeno, sempre più dilagante, il National Park Service si è visto costretto rilasciare una dichiarazione lo scorso 31 ottobre in cui chiedeva alle persone di "astenersi dal leccare" i rospi. 

Salento, ruspa al lavoro sulla spiaggia fa strage di tartarughine marine appena nate

© RIPRODUZIONE RISERVATA