Uccise un uomo e ferì un bimbo a Corcolle: una nuova vita per la scrofa Grazia

Uccise un uomo e ferì un bimbo a Corcolle: una nuova vita per la scrofa Grazia
Uccise un uomo e ferì un bimbo a Corcolle: una nuova vita per la scrofa Grazia
di Marco Pasqua
Martedì 3 Marzo 2020, 01:08
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Era stata soprannominata la “scrofa killer”: lo scorso mese di ottobre, per difendere i suoi piccoli, aveva attaccato un uomo, uccidendolo, e ferito un bimbo di due anni. Il suo destino era segnato: subito dopo il drammatico fatto di cronaca, era stata posta sotto sequestro dalla Procura di Roma. Ma la Lav si è subito mossa per offrirle un’altra “chance”. E così, dopo alcuni mesi, i magistrati hanno concesso il dissequestro dell’animale, dandolo in affidamento all’associazione animalista, che ne aveva fatto richiesta: di fatto una “grazia” all’animale (che è stata così ribattezzata, per questa sua nuova vita). Ieri mattina, così, con l’ausilio della Asl veterinaria, la Lav l’ha ufficialmente presa in adozione, trasferendola in un centro di recupero dedicato, a Semproniano (Grosseto). Qui potrà vivere in compagnia dei suoi simili - nella stessa struttura ci sono anche molti macachi sottratti alla vivisezione. 

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«Siamo di fronte a una tragedia che nulla potrà cancellare, un uomo è morto e un bambino versa ancora in condizioni critiche – ha dichiarato Gianluca Felicetti, Presidente LAV, nel corso dell’operazione di trasferimento – ma proprio la gravità dei fatti deve spingerci a riflettere anche sulle conseguenze di una gestione degli animali del tutto inadeguata. Ce ne parla il degrado a cui assistiamo in questo insediamento, uno tra i tanti che spuntano ai margini delle nostre città e lungo i campi che costeggiano le arterie stradali. Sono strutture fatiscenti che, come in questo caso, ospitano attività di allevamento abusive, in mezzo al fango e alle deiezioni degli animali. Non stupisce che un contesto del genere possa aver concorso al gravissimo incidente, in cui questa scrofa ha svolto il ruolo di esecutrice incolpevole».
 

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L’associazione sottolinea come, da un punto di vista etologico, la reazione della scrofa che ha attaccato qualche mese fa i due umani entrati nel suo recinto, sia stata «del tutto motivata e normale, tanto più in una situazione di continuo sfruttamento e reclusione, in assenza di vie di fuga e in presenza di cuccioli, che ne avrebbero acuito l’istinto di protezione e difesa». 

«Sulla base di queste evidenze, abbiamo ritenuto, come poi confermato dalla Procura, che non vi fossero ragioni, anche giuridiche, per consentire l’uccisione della scrofa, di cui abbiamo chiesto l’affidamento – dichiara Lav e sottolinea – l’abbiamo salvata due volte: dalla macellazione certa a ‘fine ingrasso’, e dall’esecuzione come responsabile dell’uccisione e del ferimento di due umani. Augurandoci che questa terribile storia possa far sì che in molti aprano gli occhi sulle pratiche di allevamento, intensive e non, continueremo ad intervenire in situazioni analoghe, e ad impegnarci per il superamento dell’attuale sistema produttivo e alimentare, basato sullo sfruttamento degli animali».

marco.pasqua@ilmessaggero.it

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