La vicenda dello squalo catturato, ucciso e finito sul banco di una pescheria tunisina di Tababa, località non distante da Monastir, ha rappresentato un vero e proprio evento. Tanto che una televisione locale, la Monastir Tv sami mansour, le ha dedicato persino una lunga diretta social che ha raccontato per filo e per segno la lavorazione del grande squalo trasformato in bocconcini, tranci e bistecche. Dal canto suo, il povero predatore, un mako di oltre due metri e mezzo, già stecchito da un po', non ha potuto fare altro che mostrare denti e mascelle per l'ultima volta a chi, soddisfatto per la fortunata battuta di pesca, ne ha approfittato per soddisfare la numerosa clientela incuriosita dal pescione esposto in bella vista.
Filmato uno squalo balena nel Mediterraneo: è la prima volta nel Mare Nostrum
La somiglianza con lo squalo bianco
Singolare la somiglianza dell'esemplare in questione con il più noto squalo bianco. Se non fosse stato per l'assenza delle tipiche macchie nere sulle estremità delle pinne pettorali, tipiche del grande bianco, sarebbe stato difficile riconoscere di primo acchito la specie. Entrambi gli squali, bianco e mako, oltre che "cugini" condividono tratti e dentatura inferiore sottile e ricurva simili, almeno nei primi anni di vita, quando anche lo squalo bianco si nutre prevalentemente di pesci. In ogni caso, pescare e non rilasciare squali mako o bianchi che siano, rappresenta un gravissimo danno per l'ambiente marino Mediterraneo.
I predatori a rischio di estinzione
Entrambe le specie, infatti, sono in declino da diversi anni anche e soprattutto nel Mare Nostrum dove finiscono preda di catture più o meno accidentali. Anche e soprattutto per questo, l'ennesima uccisione di uno di questi vecchi signori del mare, rappresenta un danno di incalcolabile valore. Una perdita che potrebbe significare presto la fine per predatori che, sopravvissuti ai dinosauri, rischiano di scomparire per colpa di una zuppa se non di uno stufato.
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