«La bambina non è stata deflorata». Sono le conclusioni a cui è giunto il consulente di parte, il professore Saggese, ascoltato in aula ieri mattina davanti al tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Giulio Argenio, nell'ambito del processo per violenza sessuale su due sorelline di cinque e due anni, che sarebbero state abusate a Cervinara dal nonno materno, Z.A, e dallo zio D.M.C., con la compiacenza della madre delle piccole, Z.A. Il consulente nominato dalla difesa ha sostenuto, in netta contrapposizione alla perizia richiesta dalla procura di Avellino, che la bambina non ha subito alcun tipo di violenza.
Ma ieri mattina gli avvocati dei tre imputati, Rolando Iorio e Pasquale Meccariello, sono riusciti a far acquisire nel fascicolo processuale anche alcuni messaggi, inviati via Facebook alla madre delle piccole da una dipendente della struttura di accoglienza di San Nicola La Strada nella quale le due vittime avevano trovato sistemazione dopo l'emissione delle misure cautelari nei confronti dei familiari.
Le misure nei confronti del nonno e dello zio (entrambi tuttora in carcere) scattarono nel luglio del 2020 e le indagini furono condotte dal procuratore aggiunto di Avellino, Vincenzo D'Onofrio. Ad accorgersi di quello che accadeva in quella casa fu la coordinatrice della comunità educativa dove una delle piccole era collocata. Le delicate indagini consentirono di scoprire un quadro indiziario davvero raccapricciante. La piccola fu seguita e ascoltata da esperti, oltre che sottoposta ad una visita medica specialistica. Esami che confermarono le violenze subite da parte del nonno e dallo zio. Nell'inchiesta fu indagata anche la stessa madre delle piccole, perché ad avviso degli inquirenti sapeva che suo padre e il compagno della sorella, conviventi dal 2018 al 2019, abusavano di una delle sue figlie. La prossima udienza è stata fissata per il 28 dicembre quando verranno ascoltati altri testi citati dalla difesa.