Acqua e cibo razionati, i bisogni
in un secchio: l'inferno della 21enne

Acqua e cibo razionati, i bisogni in un secchio: l'inferno della 21enne
di Katiuscia Guarino
Giovedì 28 Aprile 2022, 07:27
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Annientata la dignità. Torturata e ridotta in schiavitù. Ha piaghe su polsi e caviglie. E bruciature sul petto. Perché la mamma spegneva le sigarette sul torace della 21enne di Aiello del Sabato, segregata da anni dentro casa e legata con le catene. Tanto che ora ha problemi di deambulazione, a causa del fatto di essere sempre bloccata. Le sevizie erano anche altre. Giù frustate e bastonate quasi ogni giorno. Le botte erano riservate anche alla sorella-coraggio di 23 anni che ha denunciato il tutto e ha permesso di scoprire l'orrore. Proprio la lei si ribellava e in un'occasione ha provato a reagire alle violenze della madre. Ed è stata lei a fare emergere gli orrori.

Il Covid, paradossalmente, ha salvato la vita alla 21enne. Ha permesso alla sorella di scattarle delle foto. Immagini mostrate ai Carabinieri, che sono così intervenuti e si sono imbattuti nella casa-prigione della ragazzina. Che era diventata pelle e ossa. Il virus, dunque, ha aperto uno squarcio.

La vittima, risultata contagiata, era stata spostata dalla madre nella camera dei fratelli gemelli più piccoli. Ciò ha consentito alla sorella-coraggio di scattare quelle foto. Eloquenti. Raccapriccianti. Carabinieri increduli di fronte alla ragazzina incatenata.

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Di qui, il blitz. Quando i militari hanno fatto irruzione, la mamma ha indicato agli altri figli di liberare la sorella. Tentativo fallito, perché i ragazzi non sono riusciti ad aprire in tempo i lucchetti. «Grazie per avermi salvata», avrebbe detto la 21enne ai Carabinieri. I fratelli erano riusciti solo ad aprire i catenacci ai polsi. Quei ragazzini, secondo l'accusa, erano plagiati dalla madre. Tutta la famiglia era dominata dalla donna. Nessuno poteva contraddirla. Neanche il marito. Ma questo non giustifica il silenzio.
L'unica a ribellarsi, dunque, la sorella 23enne (che in assenza delle mamma cercava di rifocillare la vittima). Alla 21enne vittima degli indicibili abusi era razionata anche l'acqua, non solo il cibo. Poteva mangiare una sola volta al giorno peraltro in piedi e bere pochissimo. Perché sosteneva la madre così riduceva i suoi bisogni fisici. Che espletava in un secchio puzzolente, sempre al suo fianco. Le condizioni igieniche erano davvero precarie. Una scena assurda si è presentata agli occhi dei Carabinieri.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino stanno facendo emergere altri dettagli di una storia che neanche le pellicole cinematografiche statunitensi avrebbero restituito. La 21enne era torturata e ridotta in schiavitù, perché costretta ad accudire ai fratelli quando era più piccola e a badare alle faccende domestiche. Le vessazioni partono da lontano. Sin da piccola, la ragazza subiva violenze. Per ben due volte la mamma le avrebbe rotto un braccio (in una occasione aveva appena sei anni). Non le faceva frequentare la scuola e quando tornava tra i banchi era costretta a non lavarsi, a non fare i compiti a casa. Diabolico il piano della donna, in base a quanto sta venendo fuori dalle investigazioni: la ragazzina doveva essere bocciata ed emarginata. Così è stato: era emarginata. Tanto che si sono attivati i servizi sociali all'epoca. Poi, però, qualcosa si è inceppato. Anche su questo gli inquirenti vogliono vederci chiaro.

Un trattamento di violenza era riservato anche alla sorella-coraggio (entrambe le ragazzine non hanno più potuto proseguire gli studi), che però ha avuto la forza più volte di ribellarsi. La 21enne, invece, non riusciva a contrastare la madre. Riusciva, ormai, solo a piangere. Quella madre che secondo i racconti minacciava di ucciderle.
Le due giovani sono in una struttura protetta. I fratelli minorenni sono in una casa-famiglia. E ieri mattina hanno ricevuto la visita del sindaco Sebastiano Gaeta, a cui hanno chiesto quando potranno fare ritorno nella propria abitazione. Per la madre 47enne, oggi alle 10 è previsto l'interrogatorio di garanzia, assistita dall'avvocato Francesco Buonaiuto. Verrà ascoltato anche il marito, di 46 anni, per il quale è scattato l'allontanamento da casa e il divieto di avvicinamento alle persone offese. La sua posizione è al vaglio degli inquirenti e potrebbe aggravarsi per non aver fatto nulla per fermare una situazione assurda. Sempre il sindaco ha incontrato nel pomeriggio di ieri i fratelli maggiori della vittima hanno 25 e 20 anni che sono rimasti nel proprio domicilio. Anche loro avevano provato a fermare la furia materna inizialmente. Poi erano stati costretti a fare marcia indietro.

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