Agguato a Liotti, fu conflitto a fuoco
e anche la vittima risulta indagata

Agguato a Liotti, fu conflitto a fuoco e anche la vittima risulta indagata
Giovedì 9 Settembre 2021, 09:35 - Ultimo agg. 31 Marzo, 08:57
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Va avanti il processo per l'attentato di agosto 2020 in città al pregiudicato Francesco Liotti.
Nell'udienza di ieri sono stati ascoltati due agenti della squadra Mobile che hanno focalizzato la loro attenzione sulle indagini effettuate dopo l'agguato. Un'udienza particolarmente lunga, protrattasi per diverse ore. L'ispettore della squadra Mobile, che prese parte all'attività investigativa sfociata nell'arresto di Danilo Volzone, a processo tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso per aver sparato a Liotti lo scorso anno, ha ricostruito tutta l'attività d'indagine svolta a carico dell'imputato subito dopo il grave episodio.
Nel corso dell'udienza la difesa ha poi cercato di dimostrare la mancanza di contatti tra Volzone e i vertici del sodalizio criminale clan Partenio 2.0, ponendo in evidenza nelle domande di controesame, l'assenza di fotogrammi o incontri tra l'imputato ed esponenti della consorteria criminale.


La prossima udienza è stata fissata per il 15 settembre quando verranno ascoltati gli ultimi testi citati dal pubblico ministero, tra cui la stessa vittima dell'agguato avvenuto un anno fa in Visconti. Una escussione, quella di Liotti, che dovrà avvenire alla presenza del suo legale di fiducia, in base all'articolo 210 del codice di proceduta penale, in quanto è emerso che anche lui risulta indagato in un procedimento connesso per gli stessi fatti. Stando alla ricostruzione della vicenda effettuata dagli investigatori, infatti, a via Visconti vi fu un conflitto a fuoco, e anche Francesco Liotti quel giorno era armato, come testimoniato da un automobilista in transito lungo via Visconti e bloccato dalla vittima, al fine di farsi dare un passaggio fino alle palazzine dove abita sua sorella. L'automobilista, ascoltato dagli inquirenti nell'immediatezza dei fatti, sostenne che Liotti, «avrebbe sparato almeno due colpi nei confronti dei suoi assalitori con una pistola estratta dai pantaloncini».
Inoltre l'accusa ritiene che alla base dell'agguato teso a Francesco Liotti - avvenuto in pieno giorno, con l'esplosione di ben sei colpi d'arma da fuoco in via Visconti, il 20 agosto dello scorso anno, quando uno dei proiettili lo colpì di striscio al volto vi fosse il tentativo di «contrastare l'ascesa criminale dei fratelli Angelo (non indagato) e Danilo Volzone cognato di Damiano Genovese detenuto in carcere in quanto coinvolto nell'inchiesta Clan Partenio, filone aste ok - che dal canto loro avrebbero cercato di approfittare della recente carcerazione dei fratelli Galdieri al fine di subentrarvi nella gestione delle illecite attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni ed usura».

Ad avviso del giudice per le indagini preliminari che emise la misura custodiale, l'agguato teso a Liotti va configurato come «lo sbocco della violenta contrapposizione tra gruppi criminali pronti a contrastarsi per colmare il vuoto venutosi a determinare all'indomani dell'operazione Clan Partenio 2.0».

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