Bar, edicole e tabacchi senza biglietti dell'Air. Utenti costretti ad acquistarli a bordo pagando un supplemento all'autista che in base alla corsa varia da 0,50 centesimi a 1,50 euro. Da qualche giorno, infatti, le rivendite di Avellino e provincia hanno esaurito ogni scorta. E nessuno ha intenzione di effettuare nuovi rifornimenti.
«Non ci conviene», ripetono come fosse un mantra i gestori. «La società che li distribuisce, per conto di Unicocampania, pretende il pagamento anticipato, alla consegna. E solo dopo averli venduti ci viene corrisposta una percentuale del 2 per cento circa. Stiamo ancora aspettando quella del mese scorso», spiega un tabaccaio. Ma a risentirne sono pure gli autisti, stressati dalla doppia mansione, e soprattutto i pendolari, che pagano di più e arrivano a destinazione quasi sempre in ritardo.
«Se l'autista è obbligato a fare anche il bigliettaio è inevitabile che non siano rispettati i tempi di partenza e di arrivo: a volte, per esempio sui bus diretti a Napoli, si staccano fino a trenta ticket prima di accendere il motore. In altre, manca il resto per uno o più passeggeri. E, così, si perde tempo prezioso», osserva Luca Napolitano, segretario generale della Filt Cgil irpina che ieri mattina coi suoi omologhi di Cisl e Uil ha posto la questione all'amministratore unico dell'Air, Alberto De Sio.
«Ci siamo attivati immediatamente dice il manager contattando Unicocampania, il consorzio che gestisce la tariffazione integrata del trasporto pubblico campano e che ha dunque la responsabilità di quanto sta accadendo. La settimana prossima annuncia De Sio incontreremo i vertici per mettere a fuoco il problema e tentare di giungere a una soluzione che possa soddisfare i rivenditori e risolvere i disagi degli utenti e del personale alla guida dei mezzi». Tutto ha avuto inizio ad aprile dell'anno scorso, quando all'agenzia De Rosa di via Circumvallazione, che dal 2012 gestiva il servizio, è stata ritirata la concessione. L'Air, rinunciando agli utili dei biglietti, aveva deciso di affidarsi alla «Giraservice», una società consortile con sede a Salerno vincitrice di un bando regionale per la fornitura dei biglietti per conto di Unicocampania. La De Rosa, quindi, ha prima ricevuto la comunicazione di disdetta del contratto da parte dell'Air, poi una notifica con la quale «Giraservice» comunicava lo stop ai rifornimenti. A far precipitare la situazione è stato un contenzioso, ancora irrisolto, tra Air e De Rosa che riguarderebbe il conteggio e il rimborso degli abbonamenti gratuiti consegnati nel 2017.
«Tuttavia precisa l'amministratore unico la definizione della rete di vendita, per intese riguardanti tutto il comparto del Tpl, è di competenza esclusiva del consorzio Unicocampania: l'Air può per problematiche importanti chiedere l'esclusione di un punto vendita dalla rete».
Le prime avvisaglie di crisi c'erano state a luglio 2018 per il ritiro degli abbonamenti annuali gratuiti riservati agli studenti: in quella occasione, gli aventi diritto furono costretti a un pellegrinaggio forzato verso la sede di Pianodardine con lunghissime file e attese di oltre di due ore per ritirare le tessere. Per porre rimedio, Air, qualche settimana dopo, affidò il servizio al bar «Excelsior» di via Del Balzo e successivamente fu attivato anche uno sportello a pochi passi dal terminal di Piazza Kennedy. Michele Caso (Uil) getta benzina sul fuoco: «La distribuzione e la vendita dei biglietti sostiene il sindacalista è una cosa seria. Per realizzarla, richiede un'organizzazione molto particolare che l'azienda di trasporto sembra proprio non aver avere. Questa grave lacuna prosegue Caso sta determinando falle e generando difficoltà sia ai pendolari sia al personale: è assurdo che gli autisti debbano fare anche i bigliettai. Insomma conclude il rappresentante di categoria - quella che dovrebbe essere un'eccezione è diventata una regola che rischia seriamente di paralizzare il sistema».
Air, scoppia il caso biglietti:
«Introvabili, è una caccia al tesoro»
di Antonello Plati
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 11:30
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