Alloggi in contrada Picarelli,
tutto da rifare: «cacciata» la ditta

Alloggi in contrada Picarelli, tutto da rifare: «cacciata» la ditta
di Flavio Coppola
Giovedì 11 Luglio 2019, 12:00
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Grave inadempienza e ritardo, Durc irregolare, assunzioni con contratti non previsti dalla legge. Sono solo alcune delle motivazioni ravvisate dal Comune di Avellino nel provvedimento con cui, 10 anni dopo l'approvazione del progetto esecutivo per la realizzazione di 64 alloggi pubblici a Picarelli, l'ente taglia i ponti con la ditta e mette un punto fermo in una vicenda tanto intricata quanto clamorosa.
 
Risoluzione in danno e tutto da rifare per le nuove case attese da una vita. Si tratta, infatti, della telenovela infinita del Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica, finanziato dalla Regione Campania nel lontano 2007, con 7,5 milioni di euro. A distanza di 7 anni dall'aggiudicazione dei lavori, all'epoca avvenuta in favore dell'associazione temporanea di imprese Mi.Am snc Edilizia e Strade Srl, per 4,2 milioni di euro, gli alloggi nel quartiere periferico di Avellino non sono ancora pronti. Per di più, vista la rottura con l'impresa, il Comune dovrà reperire adesso un'altra ditta.

Nel provvedimento firmato dal dirigente ai Lavori Pubblici, Luigi Cicalese, viene descritta minuziosamente una vicenda che ha del paradossale. Già all'inizio, in corso d'opera, si era ravvisata la necessità di prevedere lavori integrativi connessi alla gestione dei sottoservizi. Così era stato approvato un progetto aggiuntivo per un importo di 198.283 euro. Nel 2014, veniva ceduto ad un'altra impresa, la Camib costruzioni, il ramo d'azienda per i lavori di ingegneria civile. Così l'impresa subentrava nel contratto tra il Comune e la precedente impresa Mi.Am. Da qui in poi, segnatamente dal 2014, tutto si complica. I lavori si fermano in attesa che arrivino le autorizzazioni sismiche del Genio civile. Nel 2016 si riparte, sulla base di un atto impegnativo tra le parti, Una sorta di accordo bonario con cui l'amministrazione comunale, a fronte degli impegni contrattualmente assunti dalla ditta, sospende il procedimento di risoluzione contrattuale che aveva già avviato. Ma il Comune ora effettua un attento monitoraggio dei lavori e dell'andamento del cantiere. Ed emergono problemi ancor più gravi. Tanto per cominciare, i lavori «in maniera del tutto irresponsabile ed ingiustificata» - scrive il Comune non riprendono.

Riparte, invece, il procedimento di risoluzione. La recinzione del cantiere, nel frattempo, si presenta divelta e l'area è in abbandono. A questo punto, emergono pure le anomalie contrattuali degli operai. I documenti delle assunzioni «prevedono una scadenza al 16 marzo 2019 e non sono corredati della documentazione prevista per legge». Lo scorso 14 marzo, quando l'impresa sarebbe dovuta essere all'opera nel cantiere, il Comune ravvisa la presenza di «zero operai al suo interno». La Direzione del lavoro, poi, evidenzia che «non sussistono le condizioni per la prosecuzione delle opere». Mentre l'impresa fa sapere di aver firmato, il 15 aprile, un preliminare per la cessione del ramo di azienda ad un'altra impresa, di cui il Comune non ha alcun riscontro, emerge che la ditta è inottemperante persino rispetto al principi dell'Anac in base al quale i requisiti per effettuare i lavori devono essere posseduti non solo alla data di inizio delle opere, ma fino alla fine. Dulcis in fundo, il Durc non è regolare. L'impresa, dunque, è inidonea a proseguire e ufficialmente inadempiente nei confronti del Comune.

Risolto ufficialmente il contratto, in danno e per reati accertati, 10 anni dopo l'inizio dei lavori, gli alloggi non sono ancora pronti. Con buona pace degli aventi diritto e di chi spera di avere una casa in tempi ragionevoli. Un binomio che ancora è simbolo di cattiva amministrazione, quello tra alloggi comunali e lavori pubblici ad Avellino, che lascia nel degrado una quartiere storicamente relegato ai margini dell'agenda amministrativa del capoluogo.
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