Apertura ritardata a scuola, si ribellano
i negozianti: «Così perdiamo clienti»

Apertura ritardata a scuola, si ribellano i negozianti: «Così perdiamo clienti»
di Flavio Coppola
Giovedì 16 Settembre 2021, 09:19
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I commercianti di Avellino si risvegliano con un'ordinanza che li obbliga ad alzare la saracinesca alle 10. Ed esplode durissima la polemica contro l'amministrazione comunale. Il provvedimento emanato dal sindaco, Gianluca Festa, per ridurre il traffico e i rischi Covid nel giorno della riapertura delle scuole, ancorchè concordato nei giorni precedenti in Prefettura, arriva solo all'ultimo. E sorprende decine e decine di esercenti. L'ordinanza, firmata martedì pomeriggio, non era stata adeguatamente preannunciata. E la pubblicazione sul sito istituzionale dell'ente è arrivata decisamente troppo tardi per consentire agli operatori delle categorie non esentate - edicole, tabacchi, farmacie, parafarmacie, cartolibrerie, bar, supermercati, negozi di alimentari - di organizzarsi e attutire il colpo. Ieri mattina, il copione si è riproposto pressochè identico in diverse strade della città. Al momento dell'apertura, l'amara scoperta di dover attendere anche due ore per poter aprire.

Superlavoro anche per i vigili, subissati di richieste dai dubbiosi commercianti, tra codici ateco non indicati e possibili esenzioni da verificare. Dal salotto buono al centro storico, lo stesso refrain.

Ed ecco l'ondata di indignazione. Rita Spagnuolo, con un negozio di telefonia a via Luigi Amabile, è durissima: «Di questo provvedimento non vediamo la logica. Nei negozi vengono già rispettate tutte le regole Covid e non generiamo assembramenti. In più ricorda - molte persone fanno acquisti prima di recarsi al lavoro, e così i ragazzi prima di andare a scuola. Questa ordinanza, mette in ginocchio un comparto che di fatto già lo è. Assistiamo a una continua mancanza di sensibilità verso la nostra categoria, nonostante anche noi paghiamo le tasse. Abbiamo perso nell'ultimo anno chiosa almeno il 40 per cento e così si ammazza un settore già moribondo». Al Corso, una commerciante che vende abiti lo dice in una frase: «Dobbiamo stringere ancora i denti. Speriamo almeno che vada tutto bene». A via Dante, dal negozio «Il Pallino», trapela la stessa amarezza: «I vigili minacciano sanzioni, ma non c'è stata assolutamente comunicazione rispetto a questo provvedimento. Siamo a pezzi e ogni piccolo colpo si sente. C'è grande insoddisfazione in tutti i commercianti della strada». Polemica accesissima anche sul web. Sul suo profilo social, il sindaco Festa viene attaccato da da più di un negoziante. Margherita Cutillo è netta: «Sindaco, vuole capirlo che così sta combinando un grosso errore?». Nella prima versione, l'ordinanza conteneva pure un pesante refuso che l'avrebbe inficiata. Indicava, infatti, il Tar della Lombardia quale istituzione competente per l'eventuale ricorso. Il primo a denunciare il caso era stato, ieri mattina, l'avvocato Massimo Passaro, referente dei «Cittadini in Movimento». Poi l'amministrazione era corsa ai ripari, modificando il marchiano refuso. Passaro ora annuncia anche la possibilità di organizzare una manifestazione di commercianti. «Sono stato subissato di telefonate dice e mi sono reso disponibile ad organizzare una mobilitazione contro il provvedimento. C'è una mancata organizzazione nella pubblica amministrazione e si penalizzano sempre i commercianti».

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Bollenti soprattutto i telefoni dei rappresentanti delle associazioni di categoria. E infatti, nel pomeriggio, anche Confersercenti, prende posizione contro il dispositivo e annuncia la possibilità di una modifica, dopo un'interlocuzione col sindaco, Gianluca Festa: «Abbiamo chiesto all'amministrazione comunale di modificare parzialmente il provvedimento, raccogliendo la disponibilità dell'ente. Anche al vicesindaco con delega al Commercio, Laura Nargi continua - abbiamo rappresentato le difficoltà operative e le preoccupazioni degli esercenti, in merito all'ordinanza emessa da Piazza del Popolo. La delicata fase che il comparto sta attraversando, all'indomani delle chiusure forzate, resesi necessarie a causa della pandemia, richiede massima attenzione da parte delle istituzioni. L'obiettivo del confronto istituzionale intrapreso è l'anticipazione di mezz'ora, rispetto a quanto previsto dall'ordinanza sindacale, cioè alle 9,30, dell'orario di apertura degli esercizi commerciali del capoluogo, da attuare già dalla prossima settimana». L'ordinanza della discordia, intanto, resta in vigore. E la modifica prospettata da Marinelli, considerato il tono delle proteste e l'esasperazione degli esercenti, potrebbe dimostrarsi solo un pannicello caldo.

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